A margine della presentazione dello studio annuale sull’economia della Sicilia redatto dalla Banca d’Italia e presentato nei giorni scorsi a Palermo Gino Sammarco, dirigente regionale Uilca Uil ha dichiarato: “Il fenomeno della contrazione del numero di banche presenti in Sicilia è dipeso soprattutto dalle aggregazioni delle Banche di Credito Cooperativo e dalla massiva chiusura di sportelli da parte di Unicredit e Intesa San Paolo”.
“Ciò ha portato a consistenti uscite di lavoratori dal ciclo produttivo, con esodi e pensionamenti anticipati, con un turn over generazionale che mediamente nella nostra Isola è stato di 1 a 100. Conseguenza l’impoverimento delle famiglie e l’esodo dei giovani siciliani”.
“Dei 1.800 sportelli operativi nel 2008 – continua – se ne contano oggi 1.300, 500 filiali in meno ed una contrazione di oltre 11.000 dipendenti. Nel 2018, si registrano ulteriori contrazioni di filiali e lavoratori, con decine di comuni ormai senza alcun sportello bancario”.
“La digitalizzazione, imposta in maniera così brusca ed esasperata, mal si coniuga con le caratteristiche della clientela più anziana e penalizza le comunità più distanti dai grandi centri. Tra le banche siciliane è significativa la presenza del credito cooperativo che resta, insieme agli uffici postali, unico riferimento per consistenti comunità montane e dell’entroterra”.
“Nel contesto di un’economia regionale in rallentamento con tassi di disoccupazione pari a quasi il 56% nella fascia di età tra i 20 ed i 64 anni (dati Eurostat 2018 ) il credito ha registrato una crescita debole. A questo si aggiunge l’effetto devastante che la vendita a società esterne dei cosiddetti “crediti deteriorati” comporta, aumentando la pressione per il recupero nei confronti delle famiglie e delle piccole imprese, costrette a cercare all’esterno risorse per la propria sopravvivenza, quando non strette negli abbracci asfissianti dell’usura”.
“I finanziamenti bancari non crescono e le imprese utilizzano altri canali, spesso più costosi e rischiosi, per i propri investimenti che dalle rilevazioni della banca d’Italia risultano in crescita. Uno scenario molto negativo, specialmente per il futuro dei giovani siciliani, per i quali , in attesa di un’inversione di tendenza culturale e di un intervento politico strutturale, non resta che la storica “emigrazione”.
“Tutto questo – conclude Sammarco – nell’assordante silenzio di una classe politica siciliana becera e incompetente e totalmente avulsa e distratta dalla drammatica situazione del popolo siciliano”.