Due stelle della lirica, Plàcido Domingo e Leo Nucci, hanno fatto vibrare di emozione il pubblico del Teatro Antico di Taormina, straordinario scenario di una mirabile edizione del Rigoletto verdiano, prima opera lirica del cartellone del Bellininfest.
Continua così la marcia trionfale di un festival che mira a diventare internazionale, per la sua caratura culturale, mettendo la Sicilia al centro del Mediterraneo, come ha sottolineato l’assessore allo Sport, Turismo e Spettacolo, Manlio Messina durante la cerimonia di consegna del prestigioso premio Bellini d’oro che ha concluso la serata: “Stiamo riportando la grande musica in Sicilia, credo sia la cosa più importante, così come quella di riuscire a coinvolgere anche un pubblico giovane. Una politica di promozione culturale e turistica che è tra le priorità del Governo regionale presieduto da Nello Musumeci. È un onore perciò avere avuto un cast di così alto livello artistico. E prometto che questa prima edizione del Bellininfest sarà la prima di una lunga serie”.
Stracolmo di spettatori per questo evento (che rientra nel cartellone dell’estate 2021 della Fondazione Taormina Arte) il teatro, con appassionati provenienti da tutta la Sicilia e da diverse parti del mondo. Un fiume in piena di applausi, standing ovation e richieste continue di bis, che hanno decretato il successo di uno spettacolo amato e osannato dalla prima all’ultima nota, con i due leoni della scena che hanno fatto la differenza. Un abbraccio ideale è quello regalato dalla platea a Placido Domingo, l’artista madrileno che, ieri sera, per la prima volta in assoluto in Sicilia, si è esibito in Sicilia: e lo ha fatto in veste di direttore d’orchestra, attività che da anni affianca a quella di cantante lirico. Una straordinaria carriera la sua che lo ha portato ai vertici della vocalità tenorile, per poi ritornare alla corda baritonale degli esordi. Eccolo allora salire sul podio per dirigere l’Orchestra e il Coro del Teatro Massimo Bellini di Catania. La sua direzione è stata di estrema finezza e leggerezza, tutta condotta in punta di bacchetta. Non ha mai perso di vista alcun particolare, attentissimo al respiro degli interpreti, ricamando sotto e sopra la partitura con un’intonazione quasi cameristica.
Acclamati tutti gli interpreti, che hanno dato vita ad un’esemplare narrazione musicale, energica e intensa nel fraseggio, dove ogni singolo carattere è stato approfondito. E questo grazie anche alla mise en scene firmata dell’altro grande artista, il baritono Leo Nucci, regista ispirato oltre che protagonista nel ruolo del titolo. La sua lettura, realizzata con la collaborazione del regista Salvo Piro, è stata filologica e drammatica, perché riporta al primo incontro di Verdi con il romanzo di Victor Hugo, “Le roi s’a- muse”, condannato dalla censura. Ecco perché si punta alle emozioni forti. In questa scena mobile con tanto di operai a lavoro, muniti di caschetto, viene mostrato in modo palese il libertinaggio del re e poi quel rapporto d’amore tra padre e figlia.
Questa edizione di Rigoletto, primo titolo della “trilogia popolare” verdiana, su libretto di Francesco Maria Piave, ha consacrato lo spessore musicale di ogni singolo cantante, tutti eccellenti interpreti del Belcanto. Da Stefan Pop che ha vestito in maniera ammirevole i panni del duca di Mantova, voce fresca, agile, dal timbro accattivante, alla giovanissima e applauditissima palermitana Federica Guida, nel ruolo di Gilda, di cui è riuscita a rendere il candore, eterea e luminosa nel timbro, recitata con melanconico abbandono, precisa nelle colorature e nei picchettati. Apprezzato tutto il cast composto da Antonio di Matteo, fosco e statuario Sparafucile; Anastasia Boldyreva, ottima nella sua Maddalena. E poi ancora l’ottimo comprimariato con Maria Russo, Giovanna; Alessandro Busi, Il conte di Monterone Marullo; Dave Monaco, Borsa; Dario Giorgelè, Marullo; Claudio Levantino, Il conte di Ceprano; Federica Foresta, la contessa; Claudio Levantino, usciere di corte; Fulvia Mastrobuono, Paggio della duchessa.
Rinascimentale la scenografia, curata da Carlo Centovaglia, con Leonardo da Vinci e i suoi dipinti, usando Tiziano e Botticelli per le scene e i costumi, realizzati da Artemio Cabassi, con le coreografie di Silvana Lo Giudice e Alessia Colosso aiuto scenografo. Sullo sfondo lo scorcio naturale della costa jonica che si intravedeva durante l’opera, creando un’atmosfera reale e piena di vita.
A chiudere questa serata di stelle, la premiazione del “Bellini d’Oro 2021”, il prestigioso premio promosso dalla Scam, Società Catanese Amici della Musica, diretta da Anna Rita Fontana, attribuito ai due grandi della lirica, Plácido Domingo e Leo Nucci, e alla giornalista Caterina Andò, per gli importanti studi belliniani. A consegnare i riconoscimenti sono stati rispettivamente l’assessore allo Sport, Turismo e Spettacolo, Manlio Messina, il Sovrintendente del Teatro Massimo Bellini, Giovanni Cultrera e il sindaco di Taormina, Mario Bolognari.
Il Rigoletto di Giuseppe Verdi tornerà in scena per la replica stasera 13 agosto, sempre alle 21 nella suggestiva cornice del Teatro Antico di Taormina.