La Procura di Caltanissetta ha chiuso l’indagine sugli illeciti nella gestione della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo. Il cosiddetto “sistema Saguto” sulla gestione dei beni confiscati alla mafia vede ben 20 indagati, a cui è stato notificato l’avviso di conclusione dell’inchiesta.
Tra loro, ovviamente, l’ex presidente della sezione Silvana Saguto, che il Csm ha sospeso dalle funzioni e dallo stipendio, i colleghi Fabio Licata, Lorenzo Chiaramonte e Tommaso Virga, diversi amministratori giudiziari come il figlio di Virga, Walter, e Gaetano Cappellano Seminara, il marito della Saguto Lorenzo Caramma, il figlio Emanuele e il docente dell’università di Enna Carmelo Provenzano.
Delle vicenda se ne occupò anche il programma tv “Le Iene”, su Italia 1.
Le ipotesi di reato contestate, circa 80, vanno dalla corruzione, al falso, all’abuso d’ufficio, alla truffa aggravata.
L’inchiesta fu avviata nell’estate del 2015, quando la Procura di Palermo, che indagava su illeciti nella gestione di una concessionaria sequestrata agli imprenditori mafiosi Rappa, sospettando responsabilità dei colleghi, trasmise gli atti ai pm di Caltanissetta, competenti per legge, essendo coinvolti magistrati. A settembre scattarono perquisizioni nella sezione misure di prevenzione e ad alcuni indagati furono notificati gli avvisi di garanzia. Il Nucleo di polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Palermo ha passato al setaccio anni di gestione della sezione, ritenuta fiore all’occhiello dell’azione antimafia e rivelatasi invece un centro di malaffare.
Secondo gli inquirenti, Saguto avrebbe disposto della sezione come fosse una cosa propria scegliendo gli amministratori giudiziari, chiamati a gestire patrimoni milionari appartenuti ai boss, tra chi, per avere incarichi e consulenze, era entrato nel suo cerchio magico e ricambiava con soldi, regali e favori. A ottobre la Finanza ha sequestrato a sette dei venti indagati circa 900mila euro. L’inchiesta è stata chiusa anche per l’amministratore giudiziario Nicola Santangelo, per il padre della Saguto, Vittorio Saguto, per il funzionario della Dia Rosolino Nasca, per il docente universitario Roberto Di Maria, per Maria Ingrao, moglie del professor Provenzano, e per il suo collaboratore Calogera Manta, per il professore Luca Nivarra, per l’ex prefetto di Palermo Francesca Cannizzo, per il cancelliere del tribunale Elio Grimaldi e per gli amministratori giudiziari Aulo Gigante e Antonino Ticali.