“L’annunciata chiusura degli uffici di Palermo, Napoli e Milano dell’Agenzia Nazionale per i Beni Confiscati è un atto grave e inspiegabile che suona ancor più beffardo considerando che è stato deciso durante l’approvazione del codice antimafia”.
Lo ha dichiarato il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando, in merito all’annunciata chiusura della sede palermitana dell’Agenzia nazionale per i Beni Confiscati, che sarà operativa con l’avvenuta pubblicazione della nuova legislazione antimafia in Gazzetta Ufficiale.
“In un momento in cui sarebbe necessario dare segnali chiari di potenziamento delle strutture preposte alla lotta alla mafia e alla confisca e gestione dei beni confiscati – ha aggiunto il Sindaco Orlando – ci si muove in direzione diametralmente opposta, col rischio che anziché risolvere i problemi manifestatisi negli anni sulla velocità ed efficienza delle procedure, queste subiscano un ulteriore aggravio, depotenziando l’efficacia della normativa sul riutilizzo a fini sociali dei beni e dei capitali mafiosi.”
Sulla decisione è intervenuta anche la segretaria generale Fisascat Cisl Palermo Trapani Mimma Calabrò. “Riteniamo sia grave e assurda la scelta di chiudere la sede dell’Agenzia dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata a Palermo, oltre a essere un presidio di legalità, la collaborazione con la struttura per noi è stata essenziale in questi anni in molte vertenze in cui si è potuta garantire la continuità occupazionale dei lavoratori delle aziende, soprattutto della grande distribuzione e sale Bingo, sottoposte ai provvedimenti“.
Leonardo La Piana, segretario generale Cisl Palermo Trapani conclude: “auspichiamo che il presidio di Palermo possa restare attivo in modo da accompagnare anche la nostra attività di tutela dei lavoratori di queste aziende, come si può pensare di garantire il percorso di rinascita e rivalorizzazione nel segno della legalità se poi le tantissime pratiche che proverranno dai provvedimenti di confisca e sequestro emessi nel nostro territorio, incontreranno le inevitabili lungaggini causate dalla riduzione delle sedi dell’Agenzia“.