Durante l’operazione, denominata ‘Dominio‘ nei confronti del clan Mangialupi di Messina, le Fiamme gialle hanno sequestrato 159 slot machine e 369 schede elettroniche, la metà delle quali alterate per ridurre le probabilità di vincita. L’ufficio all’interno del distributore di carburante, nelle immediate adiacenze del bar di proprietà, avrebbe costituito una vera e propria ‘cassa continua’ dell’organizzazione.
All’interno di una botola nella cabina del distributore sono stati trovati oltre 140 mila euro. Sequestrato anche un libro mastro, in cui erano annotati, con cadenza mensile, i guadagni, pari ad oltre 1.8 milioni di euro, che la cosca era riuscita ad incassare, in contanti, in circa sei anni, attraverso l’attività di noleggio di una parte degli apparecchi illegali. In una circostanza Alfredo Trovato si sarebbe rivolto a Francesco Laganà chiedendogli 10 mila euro in contanti in brevissimo tempo. La consegna sarebbe avvenuta dopo pochi minuti, previa interlocuzione con La Valle.
La “base operativa” dell’organizzazione era costituita da un bar, in cui si tenevano riunioni e incontri riservati con i vertici o con personaggi riconducibili al gruppo mafioso operante nel quartiere Mangialupi. La violenza degli indagati, nonché la loro volontà di ribadire la propria egemonia nel settore del gioco d’azzardo rafforzando il ‘prestigio’ dell’organizzazione, si sono manifestati in occasione di un brutale pestaggio ai danni di un extracomunitario, reo solo di avere conseguito una consistente vincita giocando con le macchinette riconducibili al clan.
Nel corso delle indagini sono stati accertati anche numerosi casi di furto, di illecita detenzione di armi, nonche di cessioni di droga e reiterate violazioni della misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza, attraverso la cui ricostruzione gli investigatori hanno arrestato Alberto Alleruzzo, Francesco Alleruzzo, Angelo Aspri, Giovanni Aspri, Carmelo Bombaci, Nunzio Corridore, Santo Corridore, Francesco Crupi, Domenico Galtieri, Giuseppe Giunta, Daniele Mazza, Francesco Russo, Gaetano Russo e Mario Schepisi.
In seguito all’accurata ricostruzione patrimoniale degli interessi imprenditoriali di La Valle, contestualmente all’esecuzione delle ordinanze di custodia cautelare, sono stati apposti i sigilli a tre società operanti nel settore del noleggio di centinaia di apparecchiature da gioco e scommesse, a diciotto immobili, tra cui una lussuosa villa con piscina nella zona tirrenica ed un prestigioso appartamento con attico a Messina, a una rivendita di generi di monopolio e ad un gommone, per un valore complessivo di 10 milioni di euro.