Notte di rastrellamenti e perquisizioni nel Trapanese, dove centinaia di Carabinieri del Ros e del comando provinciale di Trapani, coordinati dal procuratore capo di Palermo Francesco Lo Voi e dall’aggiunto Paolo Guido della Dda di Palermo, hanno effettuato perquisizioni nei confronti di 25 indagati ritenuti, a vario titolo, fiancheggiatori e favoreggiatori della latitanza di Matteo Messina Denaro.
Battuta a tappeto Castelvetrano, dove dalle 4 del mattino i lampeggianti dei carabinieri hanno illuminato a giorno le strade principali del paese. Perquisizioni anche a Mazara del Vallo, Campobello di Mazara, Salemi, Santa Ninfa e Marsala.
Fermato un esponente di spicco di Cosa nostra di Mazara del Vallo, si tratta di Matteo Tamburello, ritenuto reggente della locale famiglia mafiosa. Per gli investigatori avrebbe preso il posto del padre Salvatore, finito in manette nel 2006 per associazione mafiosa. A suo carico oltre al reato associativo anche quelli di trasferimento fraudolento di valori e violazione degli obblighi inerenti la sorveglianza speciale. Tamburello è un imprenditore è, da tempo, i suoi affari ruotavano nell’ambito dell’eolico. Proprio a Mazara del Vallo avrebbe lavorato per impiantare nuove pale.
Appartamenti, depositi, cascine, garage e stalle. I militari dell’Arma hanno effettuato perquisizioni alla ricerca di tracce, di ogni elemento utile per la cattura di Matteo Messina Denaro. Obiettivo, fare terra bruciata attorno al capomafia di Castelvetrano, rendendo la sua latitanza ancora più difficile e solitaria.
Durante il blitz sono finite in manette altre due persone perchè trovate in possesso di due pistole detenute illegalmente.