Vittorio Sgarbi ha dimostrato ieri una discreta conoscenza del centrodestra siciliano: “Gianfranco Miccichè odia il candidato Musumeci, ma è costretto a patirlo”. Un po’ meno delle deleghe della giunta di governo: “Chiambretti che ha fatto il postino sarà assessore al traffico”
Non c’è un traffico regionale da controllare tranne quello dei problemi e delle emergenze continue.
Per il resto, nell’affondo senza soste di colpi alla politica siciliana e ai suoi protagonisti, ha provato a dimostrare che con un linguaggio aggressivo e spregiudicato, si guadagna, popolarità di base a parte, un indicatore di attenzione non comune.
Definendosi poi “un pre-grillino” ha quasi risparmiato i 5stelle, lodandone la “trazzera a loro spese”, realizzata mentre cadevano i piloni nelle autostrade siciliane, cadendo anche lui nel refrain che “Cancelleri è solo un geometra”, fatto che in sé non ha fino a questo momento sconvolto i siciliani, a sentire i sondaggi fin qui citati.
Eppure, si ha quasi la sensazione che nella povertà di spunti fin qui messi in campo dagli antagonisti di Sgarbi, se non il 15% di cui si accredita il professore, qualcosa di pesante alla fine andrà a pescare.
A chi lo leverà? Rimane oggi di secondaria importanza. Probabilmente. Almeno in questo momento. Ma con il passare delle settimane la dispersione dei voti, nel risicato panorama dell’affluenza elettorale, rischia di diventare un tema di rilievo.
Lo stesso professore di Ferrara ieri ha accennato, compiaciuto, che in fondo anche nei confronti del voto di protesta dei 5 stelle, lui potrebbe erodere punti di percentuale importanti,
E allora? Il blocco monolitico del movimento di Grillo non sembra da un lato temere il fatto di essere una lista contro tutte le altre. La forza d’impatto pare garantita dal consenso costante sul nome di Cancelleri. D’altro canto la corazzata che ruota intorno a Musumeci ha più di un problema a definire le liste di supporto a #diventerà bellissima. Da sette le liste potrebbero diventare quattro o cinque. Rimane, è ovvio, il peso specifico di Musumeci con Forza Italia che si misurerà su Miccichè, ma non soltanto, ma la corsa ai nomi e alla chiusura delle liste, non è scontata. Né semplice.
Nel centrosinistra infine, proprio sulle liste contano per rilanciare Micari, ma intanto quella di Orlando e dei territori pare meno affollata di quello che si annunciava.
Ecco che Sgarbi con le sue parole in libertà di ieri lancia dunque un tema. Il voto di protesta farà male oltre misura e in che termini inciderà su quello strutturato? Si è accreditato di un 15% molto ottimistico, ma oggi i numeri del voto di novembre sono decisamente incerti per tutti e la corsa si preannuncia sul filo di lana.