“Non si può parlare di sviluppo del Sud – Est, di transizione economica e di sfide globali, se si continua a commissariare la democrazia”, così esordisce la nota ufficiale di Grande Sicilia, che prende posizione nella ferma richiesta di porre fine all’ormai “eterno” commissariamento della Camera di commercio del Sud-Est.
“Anche alla luce del quadro attuale in cui si stanno assumendo decisioni cruciali – come la privatizzazione della società che gestisce gli aeroporti di Catania e Comiso – senza una governance elettiva, senza rappresentanza vera, senza legittimazione democratica del sistema imprenditoriale che quella camera dovrebbe servire.”
“Il commissariamento della Camera di Commercio del Sud-Est è divenuto una prassi patologica che espropria le categorie produttive del diritto di autodeterminarsi – non si può accettare che, mentre si decide il destino di asset strategici come gli aeroporti, le imprese restino spettatrici passive. Serve una svolta immediata, che ristabilisca la legalità istituzionale, il rispetto delle rappresentanze e l’autonomia territoriale. E’ ora che le imprese tornino protagoniste, non semplici comparse in uno scenario già scritto da altri”.
Il caso della CamCom del Sud-Est rappresenta per Grande Sicilia un simbolo dell’emergenza democratica “che sta colpendo il tessuto economico della nostra regione, in un momento in cui sarebbero invece necessarie visione strategica, coesione territoriale e ascolto reale delle forze produttive”.
“Oggi è indispensabile rimettere al centro della governance camerale le energie economiche vere: imprenditori, artigiani, commercianti, agricoltori. Non si può più accettare che un organo fondamentale per lo sviluppo del nostro territorio venga amministrato da chi non ha ricevuto alcun mandato elettivo. La lunga stagione del commissariamento ha generato uno squilibrio istituzionale che penalizza le imprese e tradisce ogni principio di rappresentanza e deve finire ben prima che vengano assunte scelte decisive per lo sviluppo della Sicilia”.