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“Purtroppo ci siamo abituati a vedere un Paese che va al contrario, con il paradosso che un ministro che rispetta e fa rispettare le regole viene bastonato e indagato mentre chi non le rispetta diventa vittima. Se c’è un governo come quello che abbiamo con un ministro forte e determinato, allora i traffici loschi dei trafficanti di persone si fermano. Oggi paghiamo i danni dei governi degli anni passati, deboli e sottomessi”.
Il riferimento, ovviamente, è all’inchiesta del pm di Agrigento che ha indagato il vicepremier Matteo Salvini per il “caso Diciotti” e al tema della posizione italiana sugli sbarchi. A parlare è Stefano Candiani, sottosegretario all’Interno e commissario della Lega in Sicilia, a Palermo per partecipare alla cerimonia in ricordo di Vincenzo Spinelli, imprenditore assassinato dalla mafia. Una giornata che Candiani ha dedicato anche a numerosi incontri con i militanti, insieme al responsabile enti locali per la Sicilia Igor Gelarda. “Chi dice che l’Italia in Europa è rimasta sola – sottolinea – non comprende che è proprio grazie alla nostra azione di governo e la nostra determinazione stiamo riportando al centro del dibattito europeo la questione immigrazione, che fino a ieri era un problema esclusivamente italiano”.
Candiani ai nostri microfoni parla anche di mafia, di lavoro, di fondi europei, di imprenditoria siciliana e dell’organizzazione interna della Lega in Sicilia: “Le porte sono aperte per tutte le persone perbene, mentre sono e resteranno sbarrate per chi ci considera un autobus per ottenere vantaggi politici”.