Gianfranco Micciché continua a marcare differenze specifiche, distinguo e distinzioni con l’operato di Matteo Salvini, leader leghista. Lo fa per ribadire le ragioni di una sopravvivenza politica che nell’Isola affondano obiettivamente su basi numeriche e di percentuali maggiori rispetto alle altre regioni.
Lo fa, altresì, probabilmente per “leggere” il gioco degli altri interlocutori della vicenda e protagonisti della politica siciliana nella coalizione. Tra questi il governatore siciliano Nello Musumeci, dispensatore di poche attenzioni a 360 gradi verso i partiti, (Salvini compreso), ma anche in grado oggi di poter parlare con tutti dalla postazione “super partes” di Palazzo d’Orleans
Lo fa infine perché l’appartenenza ritenuta meno residuale in Sicilia a Forza Italia, serve per smarcarsi dall’operato del governo nazionale verso cui, anche le cronache degli ultimi giorni e l’ennesima discesa in campo del Cavaliere, raccontano una storia d’attacco e non di difesa.
Tutto ciò premesso, il tempo gioca dalla parte dei leghisti di Sicilia. I primi, in fondo, a non volere affondare i colpi e stringere i tempi per far nascere un gruppo della Lega all’Ars. Forse anche in considerazione dei non pochi dossier aperti tra Roma e la Sicilia.
Ieri, inoltre, Nello Musumeci, rispondendo all’appello lanciato da Giorgia Meloni ha così commentato: “Come ho detto più volte il centrodestra non può essere un luogo della geografia politica, ma un patrimonio valoriale tenuto assieme da una comune strategia capace di interpretare oggi più di ieri una larga fascia di italiani. E per farlo occorre in primo luogo partire dal territorio e non dal vertice. Apprezzo le parole e il coraggio con cui Giorgia Meloni ha posto l’accento sulla necessità di rilanciare il desiderio di rifondare il centrodestra, che non sia solo una somma di sigle e personaggi, ma un progetto di governo per l’Italia”
E la palla torna dunque nella metà campo del contenitore ‘centrodestra’, non del partito-coalizione.
Per quanto riguarda infine Forza Italia tra quelli che guardano alla Lega con rinnovato interesse, al di là del margine di rispetto dovuto all’alleato, c’è il sindaco di Catania Salvo Pogliese, oggi più di un semplice outsider.
Sono molte dunque le ragioni che rendono fluido lo scenario e possibili diverse chiavi di lettura.
Potrebbe essere quindi che l’allergia di stagione del commissario di Forza Italia in Sicilia rispetto alla Lega e a chi la rappresenta, possa curarsi con rimedio adeguato ed efficace.