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CapitaleMessina: “Bene l’avvio dei lavori al porto di Tremestieri. Ora servono le ZES”

mercoledì 14 Marzo 2018
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Documento di CapitaleMessina a firma di Gianfranco Salmeri

 

MESSINA – Ieri è stata senza dubbio una bella giornata per Messina. L’apertura del cantiere del porto di Tremestieri è una ottima notizia, e quando si raggiungono risultati positivi per la città non ci sono vinti o vincitori. Bravi tutti, l’Amministrazione comunale, la Regione e la nostra Autorità portuale che continua a lavorare, e ci auguriamo possa farlo ancora a lungo, per il benessere del territorio. Sollecitiamo, però, l’Amministrazione comunale a compiere rapidamente gli ultimi adempimenti, perché non si perda tempo prezioso ed i lavori inizino effettivamente.

L’avvio dell’opera, attesa da anni, ci dà anche l’occasione di sollevare alcune questioni.

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La prima, che va posta al Governo regionale, è quello delle Zone Economiche Speciali, considerato che l’area retroportuale di Tremestieri, oltre che quella di Giammoro, rappresenta un sito di elezione per l’istituzione delle stesse.

La città ha la necessità di sapere se e come la Regione si sta orientando per assegnare al territorio messinese parte dei 5.580 ettari attribuiti alla Sicilia per l’istituzione delle ZES, perché non è pensabile che si resti esclusi da questa importante opportunità di sviluppo.

L’altro tema riguarda la valorizzazione del fronte mare cittadino, e nello specifico la riapertura del porto storico ai cittadini. E su questo CapitaleMessina desidera riproporre ai cittadini il proprio progetto, che espliciterà nel dettaglio in uno dei prossimi incontri programmatici

Grazie alla realizzazione del nuovo porto di Tremestieri e del Pontile dell’area industriale di Giammoro, infatti, il porto di Messina si libererà dalle funzioni commerciali ancora presenti, rafforzando quindi la vocazione di porto dedito al crocierismo ed alla fruizione turistica.

L’azione preliminare necessaria è la eliminazione delle barriere che separano la città dalle banchine portuali, dalla Dogana fino alla Capitaneria di Porto.

tram-messinaLa prima barriera è rappresentata dalla linea tranviaria: considerato che lo spostamento su via Garibaldi appare molto complesso anche per le interferenze che determinerebbe, riteniamo che si possano utilizzare le somme destinate alle tranvie dal Ministero delle Infrastrutture, per sollevare il piano dei binari fino al livello stradale, spostando verso mare il binario oggi posto a monte, ampliando così il marciapiede lungo la Palazzata. Inoltre occorre diminuire fino ad un massimo di 30 km/h, dalla Dogana fino all’imbocco della Rada S. Francesco, la velocità di esercizio del tram, così da potere eliminare cordoli e ringhiere, annullando la sede protetta, vera e propria cesura cittadina. Il tram così perderebbe la caratterizzazione di metropolitana di superficie, circolando in questa porzione di città in sede promiscua, in sicurezza, così come avveniva fino agli anni cinquanta.

La seconda barriera è rappresentata dalla cancellata che isola il porto: in assenza delle attività commerciali trasferite nel nuovo porto di Tremestieri, sarà più facile aprire al passeggio dei messinesi le banchine del porto, demolendo la barriera esistente e realizzando le necessarie aree sterili per gli approdi delle navi da crociera, utilizzando sistemi mobili da attivare all’occorrenza.

Inoltre si dovrà prevedere la pedonalizzazione transitoria della Via Vittorio Emanuele nelle ore serali e durante i giorni festivi, così da massimizzare gli spazi per l’aggregazione e la fruizione del fronte mare, senza interferire con i flussi degli spostamenti automobilistici.

Un progetto che restituirà il porto alla città, permettendo la riapertura delle botteghe lungo la Palazzata e la nascita di nuove attività legate al turismo.

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