Il gip del Tribunale di Catania, Andrea Filippo Castronuovo, ha convalidato l’arresto di Camillo Leocata, l’uomo di 69 anni che domenica ha sparato un colpo di pistola ferendo gravemente il vice brigadiere dei carabinieri Sebastiano Giovanni Grasso, 43 anni, che, fuori dal servizio, era intervenuto per aiutare suoi colleghi a sedare una rissa nella chiesa di Santa Maria degli Ammalati ad Acireale, durante una prima comunione.
L’uomo resta in carcere per tentato omicidio e porto illegale di arma da fuoco.
I legali di Leocata, gli avvocati Enzo Mellia e Michele Pappalardo, stanno valutando se ricorrere al Tribunale del riesame.
Nelle quattro pagine del provvedimento, che accoglie integralmente le richieste dalla Procura, il gip ricostruisce la dinamica della sparatoria che rischia di procurare una paralisi al sottufficiale di carabinieri, che ha riportato danni al canale midollare all’altezza di una vertebra cervicale, che era in chiesa per la prima comunione del figlio. Il movente della rissa, ricostruisce il giudice, è legato all’assegnazione dei posti in chiesa per la prima comunione anche del nipote dell’arrestato, i cui genitori sono separati.
Leocata ha sostenuto di essersi allontanato dalla chiesa durante la funzione per andare casa a prendere la pistola “dopo avere percepito le minacce rivolte al figlio dai parenti dell’ex moglie” e che, durante una colluttazione, ha sparato “contro una persona che non ho ben capito che stesse facendo, se colpendo o no mio figlio”. Poi l’uomo resta con la pistola in mano “nonostante i carabinieri gli avessero intimato più volte di metterla giù, il tutto fino all’intervento di suo figlio che, con un gesto repentino, gliela sfila dalle mano“. Per il gip la misura “idonea e proporzionata ai fatti” e’ “l’ordinanza di custodia cautelare in carcere“.