Filippo Parrino, presidente di Legacoop Sicilia, tira le somme di un consuntivo ai microfoni de ilSicilia.it, in vista del 16esimo congresso regionale “L’impresa cooperativa per un futuro sociale e sostenibile”, che si terrà sabato 18 febbraio al San Paolo Palace Hotel, alle ore 9:30, a Palermo. Il rilancio economico delle imprese siciliane – attanagliate prima dalla pandemia e dopo dal caro bollette come conseguenza del conflitto russo-ucraino – , sarà il tema di confronto attorno ad una tavola rotonda che vedrà coinvolti importanti esponenti della politica, del mondo universitario e non solo.
“Un congresso per mettere in evidenza un risultato non scontato. L’enorme tragedia del Covid 19, che ha provato fortemente le nostre cooperative, ha dimostrato l’importanza del cooperare, soprattutto in un momento in cui la paura aveva preso in mano il Paese. Le nostre cooperative non si sono mai fermate e abbiamo assicurato il cibo, l’assistenza, il conforto a tutti i nostri operatori. L’altro grande problema dell’umanità è oggi la guerra in Ucraina. Condanniamo questa invasione, ha provocato la crisi e l’assenza di prodotti, e poi c’è la questione energetica”.
“La cooperazione ha dimostrato – anche in questo caso – di essere anticiclica, cioè che dove avviene una depressione economica, o un problema inflazionistico, la cooperazione resiste e cresce”. La crisi energetica ha certamente avuto un impatto negativo sulle realtà imprenditoriali siciliane e, quindi, sui fatturati. “Una prima avvisaglia di una crescita non controllata delle fonti energetica risale a prima che scoppiasse la guerra e si è aggravata con il conflitto, abbattendosi sulle nostre imprese, con un caro bollette impossibile da sostenere. Più volte, abbiamo fronteggiato con finanziamenti dati dal nostro fondo mutualistico per compensare interessi bancari per pagare le bollette. Il sistema è stato solidale e lo Stato ha fatto la sua parte, anche se poco. Abbiamo difeso le nostre cooperative, addirittura telefonando personalmente le aziende fornitrici di energia elettrica. La politica non ha capito il dramma che ci stava piombando addosso”.
Dunque, importante è la presenza di cooperative che fanno della Sicilia la quinta Regione d’Italia in termini di numeri: oltre 20 mila ubicate su tutto il territorio regionale, a dimostrazione del fatto che l’economia sociale solidale è un pilastro fondamentale per la comunità. Ed è questa la missione di Legacoop Sicilia, guidata da Filippo Parrino, che è quella di stare sempre vicini alle imprese, soprattutto in periodi di crisi.
Sull’autonomia differenziata Parrino ha forti perplessità e va dritto al punto. “Prima vogliamo indietro i nostri soldi, si facciano le autostrade, le ferrovie, le quantità di asili nido che ci spettano, si lavori per migliorare la qualità della vita, e poi calcoliamo i livelli essenziali di prestazioni”.
Legacoop Sicilia è cambiata negli anni, adeguandosi ai nuovi bisogni e alle peculiarità del territorio. “Abbiamo tanti gruppi dirigenti giovani, una forte presenza femminile di altissimo livello. Credo che Legacoop Sicilia sia oggi un’organizzazione fortemente diretta anche da donne, senza bisogno di calcolare la quota rosa “.
E a proposito di quota rosa, è Angela Maria Peruca il Direttore di Legacoop Sicilia, che da anni svolge un ruolo essenziale all’interno dell’organizzazione datoriale.
“Il congresso regionale avrà un taglio economico e sociale. L’obiettivo è quello di analizzare le diseguaglianze tra Nord e Sud, accentuate dalla pandemia e dalla guerra Autorevoli personaggi Giuseppe Provenzani e Carolina Varchi. La crisi ha acutizzato le fratture sul versante dei diritti sociali e dell’impegno imprenditoriale. Le cooperative hanno lavorato tanto e riprogrammato la loro offerta economica per adeguarsi alle nuove esigenze, permettendo alla comunità di accedere ai servizi sociali, ai consumi. Dobbiamo confrontarci con le istituzioni e con le parti sociali per trovare soluzioni dirette a fronteggiare la crisi. Il ruolo di uomini e donne della cooperazione è quello di portare avanti delle iniziative imprenditoriali che rispondano ai nuovi bisogni. Il ruolo dei giovani e delle donne è un elemento essenziale, in termini di forza e coraggio dando vitalità alla nostra terra, creando un nuovo tessuto economico e sociale”.