Ieri il presidente della Regione Renato Schifani ha scoperto che il caro voli delle feste (e non solo) è una mazzata per i siciliani. Siamo lieti della scoperta. Chi da anni paga (in tutti i sensi) sulla sua pelle le conseguenze del caro voli, sa bene cosa significhi rinunciare a tutto pur di rivedere un proprio caro alla tavola delle feste.
Eppure, al netto delle associazioni e dei giovani che da anni denunciano questa vergogna, c’è chi, nero su bianco, la denuncia all’Antitrust l’ha fatta. Ricevendone in risposta “picchè”.
Era il 2016 ed all’epoca era stato l’allora parlamentare messinese Enzo Garofalo a scrivere all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato per interventi a carattere preventivo.
Per l’esattezza era il 24 giugno 2016 e la missiva, ufficiale in quanto Garofalo era vice presidente della Commissione Trasporti della Camera, era indirizzata al Presidente dell’AGCM in considerazione dei poteri di indagine diretti a tutelare la concorrenza e il mercato, anche attraverso attività consistenti nell’ imporre direttamente o indirettamente prezzi di acquisto, di vendita o altre condizioni contrattuali.
“Durante le festività e più in generale nei periodi di vacanza, centinaia di studenti e lavoratori messinesi, che per motivi diversi hanno scelto di vivere in altre città italiane, rientrano nelle loro città di origine- scriveva Garofalo nel 2016– Messina non è dotata di un proprio aeroporto, costringendo i viaggiatori a considerare “voli di rientro a Messina” tutti quelli aventi come destinazione Catania o Reggio Calabria”.
Il deputato nazionale allegava anche una tabella, relativa alle festività natalizie dell’anno precedente, ovvero il 2015, dalla quale emergeva chiaramente come viaggiare verso Messina non è solo un’attività costosa ma anche eccessivamente vincolata ai pochi collegamenti aerei disponibili.
Nella lettera Garofalo spiegava anche cosa stava accadendo e che ancora oggi, proprio ieri lo stesso Schifani ha paventato, ovvero l’arbitrio delle compagnie aeree
“Considerato che sulla base della situazione sin qui descritta, lo studente o il lavoratore, è in balia dell’arbitrio delle compagnie aeree, facendo leva sull’elevata domanda, pongono un gravoso aut-aut: sottostare alle loro condizioni o cercare altri mezzi per rientrare; più in generale, laddove le compagnie aeree intravedano la possibilità di perdere clienti a vantaggio di altri mezzi (ad esempio il treno), tendono ad abbassare i prezzi; invece, laddove il trasporto aereo rappresenti una scelta obbligata, come accade sistematicamente da Roma in su verso il sud, i principali vettori italiani si fanno forti della rigidità della domanda, e per effetto di una minore concorrenza, impongono prezzi e orari poco flessibili e inadeguati”
Anche in questo caso Garofalo allegava una Tabella, sempre relativa al Natale 2015 e dalla quale si evince che era persino più conveniente comprare un biglietto aereo per una Capitale europea piuttosto che per Catania o Reggio Calabria.
Da qui la richiesta all’Authority, in virtù dei poteri ispettivi e sanzionatori previsti dalla legge “a compiere tutti gli approfondimenti ritenuti da essa opportuni circa i fatti esposti e denunciati, e a voler adottare tutte le misure ritenute più efficaci, al fine di contrastare in via definitiva le supposte speculazioni ed in particolare: a voler verificare la sussistenza di eventuali manovre speculative o di cartello a danno dei consumatori”.
Trascorre tutto il 2016 e naturalmente si verifica il consueto aumento esponenziale del costo dei voli nel periodo natalizio.Il 7 luglio del 2017, quindi più di un anno dopo, l’Agcm risponde e la risposta lascia senza parole.
“l ‘Autorità ha riscontrato che in relazione ai fatti denunciati non risultano allo stato emergere elementi di fatto e di diritto sufficienti a giustificare ulteriori accertamenti. In particolare, i prezzi notevolmente elevati dei voli in alcuni periodi dell’anno – comunque diversificati da compagnia a compagnia e crescenti via via che il lasso di tempo rispetto alla partenza si riduce – appaiono chiaramente influenzati dagli elevati livelli di domanda in tali periodi. Non sussistono pertanto indizi dell’esistenza di un coordinamento tra le compagnie in merito ai prezzi praticati sulle rotte oggetto della segnalazione”.
Oltre al danno la beffa, l’Authority ha fatto come Ponzio Pilato. Frattanto sono passati 6 anni dalla lettera e 5 dalla risposta. E nulla è cambiata. E frattanto, giusto per ricordarlo, in Sardegna persino le low cost hanno iniziato a varare tariffe agevolate per i residenti.