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Caso Biondo: il medico della prima autopsia interrogato per falso in perizia

giovedì 30 Maggio 2019
Mario Biondo e Raquel Sanchez Silva

Arriva un altro importante snodo giudiziario che può portare ad una svolta nelle indagini in corso sulla morte di Mario Biondo.

La magistratura spagnola ha interrogato lunedì scorso il medico legale che a suo tempo ha eseguito la prima autopsia sul corpo del cameraman palermitano. Sul medico c’è l’ipotesi di reato di falso in perizia per gli accertamenti che nel 2013 portarono all’archiviazione immediata in Spagna come suicidio del caso riguardante la tragica fine del cameraman palermitano.

Aspettando l’esito della terza autopsia avvenuta nei mesi scorsi in Italia, mentre la Procura generale di Palermo continua la sua inchiesta, il “caso Biondo” inizia dunque a suscitare pesanti interrogativi anche in Spagna e a schiodarsi anche lì dalla ferrea (e singolare) convinzione che si fosse trattato di suicidio. La pista del suicidio è un’ipotesi che già da tempo si è, di fatto, sgretolata in Italia a fronte di numerosi riscontri, altrettante anomalie e dubbi inquietanti che ora attendono risposte certe e inequivocabili.

“State utilizzando la parola omicidio ma non c’è alcun omicidio. Lo ha stabilito l’autopsia, quella spagnola che coincide anche con quella italiana”, disse la moglie Raquel Sanchez Silva ai magistrati che la ascoltarono nel 2016 in Spagna. Ma – come confermato nelle scorse ore anche da un servizio del programma “Chi l’ha Visto – il medico iberico di cui parla la donna è sotto indagine ed è stato ascoltato perché il suo lavoro non convince, e anzi ha sempre suscitato l’incrollabile certezza da parte della famiglia di Mario Biondo che la verità sia tutta un’altra rispetto a quel primo esame.

I dubbi al vaglio soprattutto dei magistrati della Procura generale di Palermo sono tanti ed in particolare si riscontrano una lunga serie di incongruenze sugli orari della vicenda. La sera del 29 maggio Mario chattava con i fratelli ma alle 00.05 smette di rispondere e in quegli stessi istanti la vicina di casa dice di aver sentito dei gemiti. In quei minuti si stava compiendo il suicidio di Mario o piuttosto il delitto con successiva messa in scena e depistaggio sulla scena del crimine? La madre, Santina Biondo, non ha dubbi: “In quel momento stavano strangolando Mario”. E proprio in una recente video-intervista sul “caso Biondo” ai microfoni de “ilSicilia.it”, la signora Santina aveva sottolineato che il cameraman potrebbe essere stato strangolato con un cavetto usb.

Ancora più strano è il fatto che quella stessa notte la carta di credito di Mario registra tre transazioni dopo le 2 di notte (esattamente alle 02.08, alle 02.25 e alle 02.53) – quando Mario di fatto era già morto – per consumazioni in un locale notturno a Madrid. E allora chi ha usato la sua carta? E’ un altro depistaggio? Le analisi riveleranno che quella notte Mario non era alcolizzato e non risultava, quindi, aver bevuto come la presenza di una persona in un locale fa invece presupporre. La Polizia spagnola sarebbe intervenuta alle 17.10 del 30 maggio per rinvenire il corpo senza vita di Mario Biondo nel suo appartamento a Calle Magdalena ma per i commercianti della zona l’ambulanza e la polizia erano sotto casa già nella tarda mattinata. Come si spiega? Ed ancora: un collega di Mario viene chiamato a sostituirlo al programma “Masterchef” alle ore 13 del 30 maggio ma l’appuntamento che aveva Mario Biondo sul posto di lavoro era alle 16 e il corpo, secondo le autorità spagnole, sarebbe stato trovato alle 17. E allora com’è possibile che prima ancora del ritrovamento del cadavere fosse già stato preallertato un sostituto di Mario? La Polizia dice di aver portato via il corpo alle 20.30 ma una foto svela che quando la salma veniva trasportata erano le 19.35.

Le ombre sul giallo iniziano a diradarsi e forse la verità è nel pc di Mario, che dopo la sua morte è rimasto per un mese e mezzo nella disponibilità della vedova Raquel e che in quelle settimane è stato ripulito, a quanto pare, dal cugino della donna (un ingegnere informatico). Dal computer sono stati cancellati 996 giga byte di file. “Si trattava soltanto di foto” dirà Raquel Sanchez Silva.

Ma 996 giga byte sono tanti – replica la mamma di Mario -, c’erano migliaia, migliaia e migliaia di foto? Sono convinta che lì invece c’erano sicuramente dei video“. C’era forse qualche video compromettente che Mario aveva trovato nel corso delle sue indagini sul passato di Raquel? In quei 996 giga byte si nasconde la chiave del giallo e il movente della morte di Mario Biondo?

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