Dopo il caso di positività al Covid-19 di un avvocato che ha frequentato il Tribunale di Palermo, i locali sono stati sanificati, l’attività procede regolarmente ma tra i legali che frequentano il Palazzo di Giustizia c’e’ ancora paura.
“Il timore c’e’ – spiega Simona Tarantino, vicepresidente dell’Ordine degli Avvocati di Palermo – ma dobbiamo lavorare lo stesso“. Tarantino precisa che “gli avvocati di Palermo utilizzano tutti i dispositivi di protezione”. Anche il legale risultato positivo “aveva sempre la mascherina e non ha mai avuto contatti diretti con colleghi, cancellieri o altre persone. Ha tenuto a dirlo – evidenzia la vicepresidente dell’ordine – e questa è una manifestazione di affetto, amore e rispetto verso la professione e gli esseri umani. Non bisogna spaventarsi a dirlo perché non e’ una vergogna risultare positivi“.
“Gli avvocati mettono la salute davanti a qualsiasi altro interesse – spiega -, come dovrebbero fare tutti i cittadini. Quello che e’ successo e’ soltanto la punta dell’iceberg. Siamo numericamente superiori rispetto agli altri operatori del diritto, quindi l’organizzazione delle udienze o l’ingresso nelle cancellerie – afferma -, nonostante le poche misure organizzative che abbiano attuato gli uffici giudiziari, in realtà non servono ad evitare gli assembramenti. Come consiglio dell’ordine – prosegue – ci siamo attivati subito e costantemente per cercare di risolvere e attuare in maniera pratica e concreta una ripresa del lavoro di noi avvocati in assoluta sicurezza. Poi concretamente le risorse e le strutture sono quelle che sono“.
Secondo la vicepresidente dell’ordine, “ci vorrebbe un’organizzazione migliore delle udienze. Questo – afferma – lo abbiamo chiesto fino a stamattina: scadenzare le udienze a orari, non metterle tutte allo stesso orario. Le udienze si svolgono dal vivo. Noi chiediamo l’implementazione degli strumenti telematici“.
“Il problema – sottolinea – è al settore penale dove i processi sono lunghi, durano anche un’intera giornata quindi l’avvocato permane molto nelle aule, nelle cancellerie o nei corridoi. Questo provoca problemi di assembramento. Non e’ una questione di colpa, e’ oggettivo. Bisogna lavorare sull’organizzazione più efficiente delle udienze“. Il palazzo di giustizia è organizzato anche con “distributori di liquido disinfettante“.
“Da questo punto di vista – spiega – non ci sono grossi problemi. Poi, il tribunale e’ molto grande quindi si può evitare l’assembramento, ma il problema e’ l’attesa dell’udienza perché la stanza e’ quella. E’ una questione strutturale. Su questo si deve lavorare”.