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Caso Saguto, “Virga nominato per compiacere il padre magistrato”

martedì 11 Febbraio 2020
Silvana Saguto

Walter Virga non aveva l’esperienza e la competenza necessaria per poter amministrare i beni delle società Rappa e Giardina Bagagli e di questo la dottoressa Silvana Saguto era consapevole“. Lo ha detto il pm Maurizio Bonaccorso nel corso della requisitoria del processo sul cosiddetto Sistema Saguto ripreso stamattina al tribunale di Caltanissetta.

La vicenda di Walter Virga è una vicenda anomala. Non c’è stata quella valutazione da un lato della competenza specifica del ragazzo, dall’altro della complessità dei beni da amministrare. Virga – ha continuato Bonaccorso – era giovanissimo e aveva esperienza come curatore fallimentare. Assegnargli due procedure complesse andando contro quelle che erano le prassi è stata un’anomalia non solo eclatante ma anche unica. Non c’è mai stato un giovane che ha avuto assegnate procedure così complesse. Al di là della scelta di nominare un giovane inesperiente sul campo, le amministrazioni Rappa e Giardina sono state un disastro. Ce lo dicono loro stessi nelle intercettazioni. Ci sono delle conversazioni dove è palese la loro preoccupazione. La scelta di nominare come amministratore giudiziario Walter Virga derivava dalla necessità di compiacere Tommaso Virga, magistrato ed ex membro del Csm. La violazione di legge – ha detto il Pm – non è aver nominato il figlio di un magistrato ma averlo nominato nella consapevolezza che non aveva i requisiti“.

Quindici gli imputati del processo. Sotto accusa, oltre a Silvana Saguto, ex presidente della sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Palermo, ci sono il padre del magistrato, Vittorio Saguto, il marito Lorenzo Caramma e il figlio Emanuele, gli amministratori giudiziari Gaetano Cappellano Seminara, Walter Virga, Aulo Gigante e Nicola Santangelo, il colonnello della Dia Rosolino Nasca, i docenti universitari Roberto Di Maria e Carmelo Provenzano, la moglie e la collaboratrice di Provenzano, Maria Ingrao e Calogera Manta, l’ex prefetto di Palermo Francesca Cannizzo, l’ex giudice della sezione misure di prevenzione Lorenzo Chiaramonte.

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