Disposti gli arresti domiciliari dalla Procura Distrettuale della Repubblica di Catania, con l’applicazione del braccialetto elettronico, a carico di un 36enne ucraino, indagato per “maltrattamenti in famiglia“, “estorsione” e “lesioni personali aggravate” nei confronti della convivente, una 38enne ucraina, nonché di “violenza sessuale aggravata con minorenni” e “adescamento” ai danni delle prime due figlie di lei.
La donna, sin dal 2013, sarebbe stata vittima di diversi episodi di violenza fisica da parte del compagno, che l’avrebbe colpita con schiaffi e pugni, perfino in testa, anche durante la gravidanza da cui sarebbe nata la sua terza figlia, provocandole in un caso una paresi al viso e in una seconda circostanza, un “trauma cronico non commotivo” con prognosi di 10 giorni.
Ulteriore terrore nella donna sarebbe poi stato provocato dalle continue minacce di uccidere lei, le sue due prime figlie minorenni avute da una precedente relazione e sua madre, nell’ipotesi in cui avesse deciso di denunciarlo o di portare via con sé la terza figlia (nata dall’unione con il 36enne). In queste occasioni, l’uomo avrebbe rafforzato la sua capacità intimidatoria raccontando delle donne uccise nel catanese dai compagni per averli segnalati alle autorità.
Nello scorso mese di luglio, il 36enne è stato ammonito dal Questore. Tale provvedimento avrebbe temporaneamente “ammorbidito” le sue condotte nei confronti della convivente, tuttavia dopo una iniziale riappacificazione, la situazione sarebbe ulteriormente degenerata, attraverso il verificarsi di altri episodi di violenza, che avrebbero ancora più avvilito la donna e le figlie, talvolta presenti.
Al riguardo, l’uomo, abusando delle relazioni domestiche e di coabitazione, avrebbe inizialmente diretto le proprie mire verso primogenita della compagna, quando era ancora minorenne. In particolare, dopo essersi seduto sul letto accanto a lei mentre stava guardando i cartoni animati, l’avrebbe abbracciata tirandola verso di sé e cercando di infilare la mano nel top per toccarle i seni, non riuscendo nel suo infimo intento solo perché lei aveva sgomitato, liberandosi dalla presa. L’uomo sarebbe spesso entrato in camera della minore, intrattenendo con lei conversazioni su rapporti sessuali, per poi mostrarle un libro sull’argomento e chiederle se tutto questo le piacesse. In un altro episodio, dopo essersi seduto accanto al lei sul divano, l’uomo avrebbe cercato di palpeggiarla in varie parti del corpo e di baciarla sul collo, non raggiungendo il suo scopo solo perché la giovane si era rapidamente allontanata.