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Il decalogo

Cateno De Luca “tenta” il Nord in versione Bossi 2.0: mai più Roma ladrona

sabato 23 Settembre 2023

In tour per la Brianza, tra presenze in tv e toccate e fuga anche a Bologna e in altre tappe sparse per l’Italia, Cateno De Luca fa le prove generali della campagna elettorale per le Europee 2024. E  per la sua campagna elettorale per le suppletive di Monza al Senato (QUI) vara un decalogo che punta ad esportare il modello deluchiano a livello nazionale.

Il primo dei dieci punti è in versione leghista della prima ora, quella fondata da Umberto Bossi. Non a caso De Luca vuol solleticare gli scontenti di un partito che definisce sempre più romanocentrico.

Quindi il leader di Sud chiama Nord, proprio per chiamare il Nord rispolvera il vecchio slogan e lo piazza al primo punto del decalogo.

1-Mai più Roma Ladrona: costruiamo lo Stato federale con la creazione di macroregioni in relazione agli attuali indici socio-economici, la trasformazione delle città metropolitane in vere città-stato e l’abolizione del bicameralismo perfetto.

A seguire ci sono le frasi che hanno accompagnato i suoi mandati da amministratori e cioè la lotta: basta con gli asini volanti nelle istituzioni.

Cateno De Luca è per il ritorno alle preferenze e per introdurre il limite dei tre mandati. La candidatura alle assemblee elettive superiori può avvenire solo dopo aver maturato una specifica esperienza nelle autonomie locali; insomma una sorta di scalata per gradi. Un tempo in realtà, quando la classe politica veniva formata e non cooptata erano gli stessi partiti ad applicare il principio per gradi.

Terzo punto sindaci Statisti di Frontiera: riconoscere maggiori poteri ai Sindaci in materia di sviluppo economico, sicurezza urbana e prevenzione territoriale.

Quindi abolizione del pizzo legalizzato sui servizi pubblici essenziali: la gestione dei servizi essenziali deve essere esclusivamente pubblica con modelli improntati ai principi di efficienza, efficacia ed economicità.

Quinto punto Scuola per tutti e per la vita: maggiore integrazione tra mondo scolastico e filiera lavorativa con l’istituzione di stage periodici, integrativi dei piani di studio, in funzione dell’indirizzo prescelto con l’abolizione del numero chiuso all’ingresso dei percorsi universitari e di specializzazione.

Al sesto c’è un De Luca in versione Laqualunque, più case per tutti. Promuovere da parte dei Comuni un piano straordinario, finanziato dalla Cassa Depositi e Prestiti o dai Privati, per la realizzazione di unità abitative a canone agevolato per studenti fuori sede e lavoratori non proprietari.

De Luca contesta l’ipotesi avanzata nelle ultime ore dal governo Meloni di richiedere 5 mila euro ai migranti che vogliono restare in Italia e propone i Villaggi della speranza. Realizzare, con risorse pubbliche o private, nei distretti produttivi dei villaggi per ospitare migranti a fini di inserimento e lavoro, nell’attesa che si trovi la soluzione per frenare le partenze. Le aziende saranno esentate dal versamento dei contributi previdenziali ed assicurativi per i migranti avviati al lavoro.

Il reddito di cittadinanza viene sostituito dal reddito di civiltà: un sussidio collegato alla preventiva individuazione di un datore di lavoro che si prenda in carico il disoccupato con il mero pagamento dell’assicurazione per gli infortuni e la responsabilità civile.

Ci sono poi diversi no : no alla liberalizzazione delle droghe di qualunque natura e la legalizzazione della prostituzione rappresenta un mercimonio della salute e dell’etica e no all’eutanasia: va rafforzato il divieto dell’interruzione anticipata della vita.

“Il mio obiettivo è portare la mia esperienza di amministratore in questo territorio. Aggiusto i disastri degli altri non è solo una provocazione, è la mia storia”

 

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