Si fa sempre più intricata la vicenda riguardante il destino del Centro di Cardiochirurgia Pediatrica di Taormina. Il presidente della Regione, Renato Schifani e il sindaco Cateno De Luca nei giorni scorsi si sono visti e almeno su questo tema hanno sancito una tregua, la Regione Siciliana nel frattempo interloquisce con il Ministero della Salute per arrivare alla deroga del decreto Balduzzi, per tenere in vita il reparto che rappresenta un punto di riferimento per i piccoli pazienti dell’utenza della Sicilia Orientale ed anche per la Calabria, ma tutto questo potrebbe non bastare, Adesso a tirarsi indietro su questa prospettiva sembra essere proprio la Regione Calabria.
A rivelare il dietrofront della Calabria è stato il sindaco di Taormina, Cateno De Luca, che ha fatto sapere: “Il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, non intende fare l’accordo per riconoscere Taormina come centro di eccellenza, in un contesto che riguarda non solo la Sicilia Orientale ma anche la Calabria”. Al momento non ci sono passi ufficiali in tal senso, eppure un ulteriore indizio che sembra portare in questa direzione è arrivato sabato scorso, quando è andata in scena la protesta pacifica delle famiglie del Ccpm Taormina, mentre si svolgeva la convention di Forza Italia.
Schifani, al suo arrivo a Taormina, è andato subito a salutare i genitori dei piccoli guerrieri della Cardiochirurgia Pediatrica e poi qualche ora dopo li ha incontrati, colloquiando con una delegazione delle famiglie, intrattenendosi per quasi un’ora di confronto e spiegando la situazione del reparto e le prospettive per arrivare ad una svolta. E le famiglie hanno espresso rammarico e amarezza perché non c’è stato lo stesso riscontro da parte del presidente della Calabria, Occhiuto, che pure lui era presente al meeting degli azzurri.
“Speravamo che anche il presidente della Regione Calabria prendesse posizione al nostro fianco come ha fatto il presidente della Regione Siciliana, e invece non c’è stato modo di confrontarci con lui. Eppure tanti bambini calabresi raggiungono ogni giorno Taormina dalla Calabria per curarsi al Ccpm. Non vogliamo fare polemiche ma siamo amareggiati. Occhiuto poteva venire da noi, al sit-in, che si teneva di fronte all’hotel della convention, ma è andata diversamente e non c’è stato modo di confrontarci. A questo spunto vorremmo capire e sapere cosa vuole fare la Regione Calabria. Ma in ogni caso la nostra battaglia va avanti e noi non molliamo”, ha evidenziato Caterina Rizzo, responsabile del comitato genitori del Ccpm.
Da anni si parla di una intesa da siglare tra le regioni Sicilia e Calabria, con una convenzione che anche sul piano formale rafforzerebbe l’asse strategico che occorre per tenere in attività il Ccpm, tuttavia poi non si è mai arrivati alla firma di questo accordo tra le parti. E a questo punto emerge anche il possibile “piano B” da parte della Calabria, che in caso di chiusura del centro a Taormina potrebbe voler puntare sulla previsione di un futuro nuovo centro da realizzare invece insieme alla Basilicata. E’ uno scenario che, tuttavia, non ferma la Regione Siciliana che si sta muovendo per la conferma del Ccpm. “Si va verso una probabile, ulteriore, proroga tecnica all’orizzonte, perché i tempi sono stretti, ma nel frattempo il Ccpm andrà avanti e stiamo facendo tutto il possibile per garantire la permanenza in attività della struttura”, ha rimarcato il presidente Schifani.
L’obiettivo è quello della deroga da parte del Ministero della Salute rispetto al decreto Balduzzi, che al momento prevede un solo Centro di Cardiochirurgia pediatrica ogni un milione di abitanti e che, in assenza di novità, lascerebbe quindi in attività, a quel punto, soltanto il reparto da poco riaperto al Civico di Palermo.
Da più parti si spinge affinché pure il passo indietro possibile o probabile della Calabria non vada ad incidere in questa situazione, e non a caso l’incontro tra Schifani e De Luca, dopo un anno di durissimo scontro politico, è parso un segnale significativo. Ciò va di pari passo con la disponibilità sin qui a più riprese rinnovata dall’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma a proseguire l’esperienza a Taormina e le relative attività del Ccpm, aggiungendo però che dalla capitale non viene presa in considerazione nessun’altra alternativa che non sia la permanenza del reparto nella Perla dello Ionio.
“La deroga al decreto Balduzzi – tuonano le famiglie -, nei fatti, è già diventata realtà altrove, d’altronde, in alcune regioni come la Lombardia e la Campania e non c’è motivo per cui non possa essere concessa dal Ministero della Salute anche per la Sicilia, in un territorio che necessita di due centri, uno per il versante occidentale a Palermo, ed uno a Taormina, che interessa il bacino di utenza della Sicilia Orientale e della Calabria, come detto a prescindere da quelle che possono essere le posizioni della Regione Calabria”.