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L'appello

Celebrazioni per i 70 anni dalla Conferenza di Messina e Taormina, Schifani: “Il ruolo della Sicilia nella costruzione di un’Europa più forte e coesa” CLICCA PER IL VIDEO

mercoledì 18 Giugno 2025

“Ripartire da Messina e dalla memoria di quei giorni che settant’anni fa gettarono le basi dell’unificazione, per costruire un’Europa più innovativa, più forte, più coesa. La Sicilia saprà offrire il suo contributo nel segno indelebile impresso dall’esperienza della Conferenza”. E’ l’appello del presidente della Regione Siciliana Renato Schifani, intervenendo oggi a Palazzo Zancla, a Messina, in occasione dell’ apertura delle celebrazioni per i 70 anni dalla Conferenza di Messina e Taormina, durante la quale i sei ministri degli Esteri dei Paesi membri della Ceca (Comunità europea del carbone e dell’acciaio), su impulso dell’allora ministro italiano Gaetano Martino, avviarono un processo che avrebbe condotto ai Trattati di Roma e alla nascita dell’Unione Europea.

 

L’incontro a Palazzo Zancla a Messina

All’evento, inserito all’interno del Festival Taobuk, hanno preso parte il vice presidente del Consiglio e ministro degli Affari esteri Antonio Tajani, i rappresentanti degli altri Paesi firmatari nel 1955 della Dichiarazione della Conferenza di Messina e Taormina (Francia, Lussemburgo, Belgio, Germania, Paesi Bassi) e del trio di Presidenza dell’Unione europea (Polonia, Cipro, Danimarca), i sindaci di Messina Federico Basile e di Taormina Cateno De Luca, insieme al prefetto Cosima Di Stani.

“La Città di Messina – sottolinea il presidente Schifani – accoglie oggi, in questa splendida e rinnovata sala, non solo gli esponenti dei Paesi i cui ministri degli Esteri si riunirono qui settant’anni orsono, ma anche quelli che guidano la nuova Unione, realizzando una sorta di ponte tra l’Europa che sorgeva e quella che oggi è chiamata a costruire, senza indugi, una nuova svolta fondamentale”.

Il governatore ricorda, nel suo intervento, l’impegno del ministro Gaetano Martino e la sua lucida e profetica analisi. “Martino era ben consapevole delle difficoltà e di alcune remore al rafforzamento della coesione tra i Paesi membri – afferma – ma aveva chiaro che il “rilancio del progetto europeo” avrebbe costituito la sfida sulla quale puntare per centrare l’obiettivo di un significativo passo avanti, dopo i fallimenti registrati l’anno prima, nel processo di costruzione della casa comune europea con l’implosione dei progetti della Comunità Europea della Difesa e la Comunità Politica Europea. La scelta di Messina non fu casuale. Il governo italiano intendeva attrarre l’attenzione degli altri Stati membri su una zona geograficamente ed economicamente marginale, nell’ambito del dibattito sul percorso per una più intensa integrazione. Quel che prevalse fu la chiara percezione che la bellezza dei luoghi, l’accoglienza cordiale, la dimensione mediterranea come cruciale vocazione europea, avrebbero costituito un valore aggiunto per raggiungere un obiettivo ritenuto, come detto, assai arduo”.

“I sei ministri degli Esteri decisero così di evitare la convocazione di una conferenza intergovernativa – ricostruisce Schifani nel suo discorso – ma di attribuire a un comitato di esperti, nominati dai governi e dalle istituzioni europee, guidati dal ministro belga Spaak, il compito di elaborare i nuovi trattati e cioè “la creazione di un’organizzazione comune per lo sviluppo pacifico dell’energia atomica e l’istituzione di un mercato comune da realizzare per tappe mediante la riduzione progressiva delle limitazioni quantitative e l’unificazione dei regimi doganali”. Le delegazioni che presero parte al Comitato espressero un approccio ottimista e animato dalla convinzione di poter dar nuova linfa alla controversa costruzione europea e di contemperare le diverse esigenze dei Paesi europei, senza assumere decisioni troppo drastiche, cercando, allo stesso tempo, di perseguire gli obiettivi individuati a Messina. Senza la svolta politica ed istituzionale impressa dalla Conferenza di Messina non si sarebbe mai giunti, in pochi mesi, alla sottoscrizione dei Trattati di Roma ed alla nascita della Comunità economica europea”.

“Le radici dell’Europa affondano nella storia e nella cultura della Sicilia – afferma nel suo discorso – terra di incontri e di scontri tra popoli d’Europa, ma anche frontiera del continente, cerniera tra nord e sud del Mediterraneo, Isola capace di accogliere civiltà, culture e religioni diverse, ma anche in grado di fondersi in stili e modelli nuovi, prima inimmaginabili e di convivere in pace. Prua d’Europa proiettata verso l’Africa, il continente il cui sviluppo, aveva intuito Robert Schuman nel suo discorso fondativo del 1950, sarebbe stato uno degli obiettivi essenziali”.

“Il cammino verso l’edificazione della casa comune europea non è terminato, anzi si trova oggi a dover affrontare nuove sfide come la difesa comune ed una rafforzata cooperazione economica e sociale conclude Schifani Questo cammino, che qui a Messina 70 anni fa fece un significativo salto di qualità, è passato e passerà da successi ed insuccessi, consci che, come ricordava J. Monnet  “l’Europa si farà nelle crisi e sarà la somma delle soluzioni che si daranno a queste crisi”. Ci attendono sfide nuove che hanno visto le principali risposte nei programmi NextGenerationEU, RepowerEu e ReArm Europe Plan-Readiness 2030, ma che passeranno da un rafforzamento delle istituzioni democratiche europee, della coesione e degli investimenti per la competitività e la solidarietà”.

Le celebrazioni a Taormina

Antonella Ferrara e Antonio Tajani

Le celebrazioni sono proseguite a Taormina, con la cerimonia ufficiale di inaugurazione nello straordinario scenario del Teatro Antico, uno dei luoghi più rappresentativi della cultura mediterranea. Dopo i discorsi introduttivi del Vice Presidente e Ministro Degli Esteri Antonio Tajani e del Ministro degli Esteri polacco Radostaw Sikorski (Presidente di turno dell’Unione) e della Presidente e del Festival Taobuk Antonella Ferrara,  la serata si conclude con un concerto dell’Orchestra Sinfonica Siciliana diretta da Alevtina Ioffe, con un repertorio dedicato ai grandi compositori italiani, Rossini, Verdi e Bellini, a sottolineare il legame tra identità culturale e costruzione politica europea.

L’iniziativa rappresenta l’occasione per tornare a riflettere, settant’anni dopo, su quanto venne avviato in Sicilia nel 1955: un’idea di Europa fondata sulla cooperazione, sulla coesione e su una visione condivisa di progresso. Da oggi, per tre giornate, Messina e Taormina saranno laboratorio di pensiero politico, culturale e istituzionale, chiamando a raccolta i protagonisti di ieri e di oggi, in vista delle sfide comuni che attendono il continente.

 

Sono un sovranista dell’Europa. L’Europa è sempre portatrice di pace, forse potrebbe giocare un ruolo più forte se gli europei negli ultimi anni avessero sempre agito insieme. Serve una politica più coesa, però pare che in questa fase i messaggi siano positivi, abbiamo visto al G7 i grandi paesi europei avere preso una posizione molto chiara con gli alleati. Se pensiamo di stare da soli siamo destinati a essere marginalizzati e sconfitti. Quindi non c’è altro percorso che quello europeo. Qualcuno pensa di rilanciare il sovranismo nazionale, come se l’Italia da sola nell’era della globalizzazione possa far fronte all’India, agli Usa, alla Cina. Credo che l’Italia, ma nessun altro Paese europeo, potrebbe fare fronte alle sfide degli anni Duemila, non abbiamo la forza e la capacità perché il mondo è cambiato. L’unica possibilità per tutelare gli interessi nazionali di 60 milioni di italiani è mettere questi interessi insieme a quelli degli altri paesi europei. Altrimenti siamo destinati all’irrilevanza”, ha affermato il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani.

 

Antonella Ferrara

“Celebrare i 70 anni della Conferenza di Messina e Taormina all’interno di Taobuk”, ha affermato Antonella Ferrara, Presidente e Direttore artistico del Festival, “significa riaffermare il ruolo della cultura come fondamento dell’identità europea. È nella cultura che si radicano i valori comuni, la capacità di immaginare insieme, la volontà di costruire ponti e non muri. In un tempo segnato da crisi e disgregazioni, il pensiero critico e il dialogo rappresentano la vera risorsa strategica per l’Europa che verrà”.

 

“A settant’anni esatti dalla firma dello storico Trattato d’Europa di Messina, la città torna al centro dell’attenzione internazionale, con una solenne celebrazione istituzionale che rende omaggio a uno dei momenti fondativi del processo di integrazione europea”, ha dichiarato Sergio Bonomo, Commissario straordinario della Fondazione Taormina Arte Sicilia. “Alla presenza di rappresentanti dell’Ue, storici e cittadini, si celebra non solo un anniversario, ma il significato profondo di una scelta visionaria dell’allora Ministro Messinese Gaetano Martino: costruire un unico stato, l’Europa. Il Trattato è stato la scintilla che ha acceso un sogno, oggi più vivo che mai. Ma sta a tutti noi cittadini europei rinnovarlo ogni giorno, con coraggio e responsabilità. Questa celebrazione non è soltanto un ritorno alle origini, ma un’occasione per rilanciare una riflessione pubblica sulla quale l’Europa vuole costruire in un tempo segnato da nuove sfide globali: cambiamento climatico, trasformazioni digitali, tensioni geopolitiche, un unico Stato. La Fondazione Taormina Arte Sicilia, grata per il ruolo assegnato dalla Regione Siciliana, inerente l’organizzazione dell’evento, sinergicamente condivisa con Taobuk, porge il benvenuto ai partecipanti“.

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