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In sella a cavallo tra due epoche

Ciclismo: Sicilia terra di campioni del passato, ma il presente vive solo di ricordi

martedì 21 Novembre 2023

Ricordi, diapositive che hanno fatto la storia ed imprese di grandi campioni: è tutto ciò che rimane di un’epoca del ciclismo siciliano che appare oggi tanto, troppo lontano. Adesso a portare la bandiera siciliana nel cuore lungo i percorsi dei grandi giri sono rimasti soltanto il ragusano Damiano Caruso, il palermitano Filippo Fiorelli e l’agrigentino Salvatore Puccio. Le giovani promesse siciliane non sono numerose oggi, nonostante ultimamente sia aumentata l’attenzione a questo tipo di mobilità da parte degli enti regionali.

L’ultima vittoria di un grande giro che porta il nome di un siciliano risale ormai a parecchi anni fa, quando Vincenzo Nibali nel 2016 ha trionfato al Giro d’Italia portandosi sulle spalle la maglia rosa fino all’arrivo di Torino. Ma lo “Squalo” messinese ha portato alto il suo nome e quello dell’Isola anche in terra francese e spagnola, vincendo nel 2014 il Tour de France e nel 2010 la Vuelta. Ancora oggi rimane uno dei pochissimi ad aver vinto in carriera almeno una volta ciascuna delle tre manifestazioni.

L’area ionica della Sicilia si era dimostrata fucina di talenti negli anni a cavallo del nuovo millennio. Ai tempi delle competizioni under 23 a combattere sulle salite contro Vincenzo Nibali c’era anche Giovanni Visconti, ritiratosi nel 2022 e medaglia d’oro alle olimpiadi under 23 di Atene 2003. Il trentanovenne, nato a Torino e cresciuto a Palermo, è stato eroico nella tappa del Col du Galibier nel 2013, senza però mai vincere un grande giro. Una carriera da gregario, al servizio di grandi nomi come Nairo Quintana, Domenico Pozzovivo e lo stesso Vincenzo Nibali. All’ombra dei leader, però, è sempre riuscito a distinguersi ugualmente, portando a casa qualche eroico successo. E quando se n’è presentata l’occasione, ha anche saputo comportarsi da uomo di classifica. Come nel corso della centesima edizione del Giro dell’Emilia, vinto da Visconti nel 2017 davanti al conterraneo (e compagno di squadra) Nibali.

In risposta alla flessione subita negli ultimi anni dal ciclismo siciliano, si cerca sempre di più di coinvolgere territorialmente l’Isola nell’organizzazione delle manifestazioni sportive. Nonostante le difficoltà logistiche relative agli spostamenti delle “carovane”, il Giro d’Italia ha rispolverato l’Isola per la sua partenza nel 2020 ed è transitato in territorio siciliano anche nel 2022. Grande partecipazione di pubblico lungo le strade tra tifosi e semplici curiosi, a dimostrazione del fatto che ancora il ciclismo può richiamare grandi folle, come avveniva nel secolo scorso.

Nel 2019, anche grazie ad un accordo tra la Regione siciliana ed Rcs sport, si è reintrodotto nel calendario ciclistico internazionale il vecchio Giro di Sicilia. La breve corsa a tappe dell’Isola era stata ideata nel 1907 da Vincenzo Florio (ideatore anche della Targa Florio) ed ha vissuto a sprazzi fino ai giorni nostri, quando prima l’americano McNulty e poi Nibali, Caruso e Lutsenko hanno scritto il loro nome nell’albo d’oro della competizione.

L’impegno profuso nell’organizzazione e nello sviluppo degli eventi ciclistici dovrebbe determinare indirettamente anche un avvicinamento della cittadinanza all’utilizzo del mezzo in questione. Ad oggi, tuttavia, la bicicletta non può definirsi come uno dei mezzi di locomozione preferiti dai siciliani. Nei primi decenni del secolo scorso era lo strumento nazionalpopolare per eccellenza negli spostamenti, ma oggi neppure un quarto delle persone lo utilizza.

Le difficoltà, tuttavia, sono riconducibili maggiormente ad una diffusa “forma mentis” che vede nell’automobile l’unico veicolo utile perfino per gli spostamenti a breve distanza. La Regione ed i singoli Comuni siciliani, infatti, hanno più volte realizzato interventi ed opere pubbliche per la costruzione o l’ammodernamento di piste ciclabili. E non solo: numerosi sono stati anche gli incentivi rivolti alla e-mobility, attraverso rimborsi per l’acquisto di piccoli veicoli elettrici come biciclette o monopattini. Purtroppo, al momento i cospicui investimenti non hanno sortito ancora gli effetti sperati.

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