La Tribuna della Chiesa di Santa Maria Maddalena a Ciminna, indiscusso capolavoro di decorazione in stucco in stile tardo manierista riferibile alla bottega del Li Volsi, sarà messa in sicurezza e restaurata grazie a un finanziamento di circa 70 mila euro dell’Assessorato regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, fortemente voluto dall’assessore Alberto Samonà.
La necessità di un intervento di salvaguardia è stato accertato dalla Soprintendenza dei Beni culturali di Palermo che, oltre al rischio per l’incolumità pubblica determinato dal distacco di parti, anche di grosse dimensioni, ha evidenziato l’attività distruttiva dell’umidità e la difficoltà di raggiungere le parti ammalorate riconoscendo l’inderogabilità di effettuare opere a salvaguardia del complesso scultoreo.
“Ho avuto modo di verificare personalmente la bellezza e le precarie condizioni dell’abside della Chiesa Madre di Ciminna in occasione di una visita istituzionale – sottolinea l’assessore dei Beni culturali e dell’Identità siciliana, Alberto Samonà – e ho assunto impegno formale con il sindaco, Vito Filippo Barone e con tutti i cittadini, che avrei verificato con la Sovrintendenza dei Beni culturali di Palermo la percorribilità di un intervento di recupero in tempi stretti. L’intervento, che è stato approvato, consentirà di recuperare un manufatto artistico di grande valore e di restituire alla comunità di Ciminna l’orgoglio del proprio patrimonio”.
Attraverso questa mirabile opera, i Li Volsi, famiglia di stuccatori di Tusa, si mostrano come prosecutori dell’eredità dei Ferraro da Giuliana e anticipano la feconda stagione del Barocco che esploderà attraverso la più nota attività attribuita ai Serpotta. Lo stesso Gioacchino Di Marzo aveva individuato nell’impianto scenografico livolsiano, il tema della Chiesa militante e della Chiesa trionfante, con un chiaro riferimento al modello della Tribuna marmorea della Cattedrale di Palermo, realizzata dalla bottega del Gagini nei primi del Cinquecento.
Oggetto d’intervento saranno le situazioni in cui frammenti o parti più consistenti di manufatto risultino pericolanti o addirittura già cadute. La ricognizione puntuale delle zone sulle quali s’interverrà consentirà, peraltro, di effettuare un’analisi più dettagliata dell’impianto decorativo, che potrà fornire maggiore conoscenza sui dettagli e sulle tecniche lavorative adottate che preludono alle peripezie serpottiane, espresse attraverso gli “angeli, putti, lavori et frixi” su cui si sofferma l’atto notarile di commissione dell’opera.
Il cantiere, che sarà seguito dalla Soprintendenza dei Beni culturali di Palermo cui compete anche l’affidamento dei lavori , non intaccherà l’attività ordinaria della Chiesa dove, grazie a un complesso sistema di ponteggi, le funzioni continueranno a svolgersi con regolarità e in sicurezza.