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Lo abbiamo visto impegnato in teatro a Palermo, sua città natale, e abbiamo incontrato Gaetano Bruno, attore e autore, per parlarci dei suoi prossimi impegni e di come è iniziata la sua carriera artistica.
Come spesso accade, “ho cominciato per gioco“, ci dice nella video intervista: “Lavoravo in villaggio turistico e il direttore mi chiese di partecipare ad uno spettacolo, da lì poi gli studi, i provini e il debutto al cinema e al teatro“.
Apparentemente molto schivo, in realtà timido e riservato Gaetano Bruno più che parlare di sè preferisce presentarsi al pubblico attraverso i suoi ruoli, sempre molto ricercati e accurati nella loro definizione.
Dal diploma alla scuola di teatro del Biondo alla compagnia di Emma Dante, Bruno riceve i primi riconoscimenti nel settore ( nel 2009 premio Golden Graal come miglior attore con lo spettacolo “Il festino”); poi il debutto al cinema, nel 2004, con Paolo Sorrentino nel film “Le conseguenze dell’amore”, al fianco di Toni Servillo.
Seguono una serie di pellicole importanti: da “Baarìa” di Giuseppe Tornatore a “Lo spazio bianco” di Francesca Comencini e, tra gli altri, “La doppia ora” di Giuseppe Capotondi.
“Quello dell’attore è un lavoro da artigiano, molto bello ma molto complesso: trovare la grazia e l’armonia necessarie per restituire sentimenti ed emozioni di un personaggio non è semplice. L’attore lavora nel disequilibrio“.
Ultimo progetto in cantiere, in cui è drammaturgo e che presto metterà in scena, già premiato nella selezione Network drammaturgia Nuova, il testo “Salvatore Tuttapposto“. Da racconto poi è diventato un testo per teatro è “una telefonata che un figlio fa alla madre, in cui si scopre un rapporto molto profondo e molto tormentato in chiave tragicomica“.