L’Organizzazione internazionale protezione animali (Oipa) chiede al commissario straordinario per l’emergenza peste suina, Angelo Ferrari, alla Regione Lazio e al Comune di Roma, che hanno annunciato di voler procedere agli abbattimenti selettivi dei cinghiali, di essere ascoltata prima dell’emanazione di qualsivoglia abbattimento selettivo di cinghiali a Roma.
«Apprendiamo da organi di stampa di un’ordinanza pronta per essere emanata che condanna a morte cinghiali colpevoli solo di spingersi nell’abitato a causa dei ben nopìti problemi di smaltimento dei rifiuti», dichiara il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto. «Il presidente di Federcaccia afferma di avere avuto incontri interlocutori con rappresentanti regionali e di aver messo a disposizione i suoi iscritti per il contenimento degli ungulati. Chiediamo di essere sentiti anche noi. Dare voce alle associazioni protezionistiche non dovrebbe essere un’opzione, ma un dovere», dichiara il presidente dell’Oipa, Massimo Comparotto, che annuncia l’invio, nelle prossime ore, di una richiesta formale.
L’Oipa ricorda che secondo un parere chiesto agli esperti dall’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa), “la caccia non è uno strumento efficace per ridurre le dimensioni della popolazione di cinghiali selvatici in Europa”.
«La questione va in maniera scientifica. Un serio piano di sorveglianza e prevenzione si può attuare non armando i “selettori”, persino deregolamentando l’attività dei cacciatori, ma con un monitoraggio sanitario degli animali morti che si trovino nel territorio nazionale», continua Comparotto. «Studi scientifici affermano che agli abbattimenti segue un moltiplicarsi di cucciolate. Lo ripetiamo: a Roma il problema sono i rifiuti, non i cinghiali».