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Cluster al Policlinico di Palermo, la preoccupazione di SNALS e Cisl

domenica 17 Gennaio 2021
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Giovanni Madonia Ferraro

Non c’è pace negli ospedali a causa del Covid e, al Policlinico di Palermo, azienda ospedaliera universitaria, “i cluster non si contano più“. In merito alla situazione scrivono i sindacati Snals e Cisl.

LA NOTA

Siamo avviliti e sfiduciati ma soprattutto preoccupati, per quanto sta avvenendo in tutto il mondo e in Italia, ma ancora di più per quanto sta avvenendo nella Nostra regione, nella Nostra città, ma in particolare all’interno della nostra Azienda Ospedaliera Universitaria. L’epidemia sembra fuori controllo e alla crisi sanitaria si sta aggiungendo quella economica e sociale che già nella prima ondata aveva sortito effetti devastanti. Oggi la situazione è ancora peggiore. Nostri colleghi hanno già perso la vita per questo maledetto virus che si avvicina sempre di più e che coinvolge ognuno di noi, sia personalmente sia attraverso amici e parenti.

Al Policlinico di Palermo ormai i cluster non si contano più, mettendo in difficoltà il sistema che dovrebbe essere da supporto fondamentale a tutta la comunità cittadina e non solo, nella lotta della pandemia che ha raggiunto purtroppo numeri impietosi. La Cardiochirurgia, la Chirurgia Oncologica, l’Oncologia, la Clinica Medica, la Cardiologia, la Ostetricia e la Ginecologia, la Radiologia e la Medicina COVID e riteniamo che l’elenco non sia completo, sono chiuse o riducono le loro attività a causa delle assenze del personale (oltre 100 positivi) trovato positivo al COVID. Per non citare reparti chiusi da mesi come Psichiatria, nel pieno di una emergenza che sappiamo essere particolarmente funesta in termini di disagio psichico. 

Casualità? Sfortuna? Imperizia dei contagiati? Forse, anche se noi crediamo di no. Un dato è certo da mesi, le scriventi OO.SS., chiedevano che venisse convocato e riunito il Tavolo Tecnico per la Sicurezza, così come i vari DPCM hanno imposto, affinché si producesse un protocollo di sicurezza che consentisse di seguire procedure utili alla non diffusione del virus, ancor più in una struttura di prima linea come il Policlinico nel quale il COVID dovrebbe essere combattuto.

Il Policlinico si sta trasformando in un Ospedale COVID nei fatti, senza però alcuna scelta a monte in tal senso. E’ comprensibile la necessità di aumento dei posti letto dedicati al COVID, meno chiaro è come si pensa di farlo senza personale sanitario. A maggior ragione in considerazione della decimazione dovuta ai contagi avvenuti. Ricordiamo che al fine di garantire i LEA, il personale sanitario deve essere ponderato ai posti letto. Solo a titolo esemplificativo, Il personale infermieristico non può essere lasciato in solitudine senza l’indispensabile presenza degli OSS. Fare ciò significa privare i lavoratori della necessaria sicurezza sui luoghi di lavoro, oltre che aumentare il rischio di errori clinici.

Finalmente, dopo lunghi mesi di silenzio, riceviamo in questi giorni una convocazione del comitato dopo nota in tal senso a firma del commissario dell’Azienda “riguardo l’andamento dell’epidemia da COVID-19 e del verificarsi di cluster epidemici a carico dei pazienti e personale di questa AOUP al fine di verificare l’applicazione di quanto previsto nel protocollo allegato alla stessa”. Siamo sicuri che in tale occasione il commissario, con la sua presenza, saprà presentare un adeguato piano di contenimento della nascita e diffusione del COVID all’interno del Policlinico. Anche nella urgente necessità di non compromettere la campagna vaccinale in corso, così come paventato a livello nazionale da alcuni esperti di caratura internazionale.

Non ci piace e non avremmo voluto essere facili profeti, ma apparirà evidente a tutti come quanto da noi evidenziato nei mesi scorsi sia oggi, purtroppo, una triste realtà. Noi crediamo che non sia ancora troppo tardi, se il lavoro della Commissione Tecnica riesca a scongiuri anche un solo contagio.

E’ certo però che, se qualcuno degli operatori o dei familiari dei colleghi che sono deceduti, dovesse avviare una denuncia penale nei confronti dell’azienda, sarà nostro dovere morale, anche per quanto abbiamo denunciato in questi mesi, costituirci parte civile e dare tutto il nostro appoggio, anche se questo non potrà, purtroppo, minimamente risarcire di un dolore così grande.

Ai nostri lavoratori e alle loro famiglie va l’assicurazione del nostro impegno che, per quanto possibile, sarà massimo per la tutela della sicurezza e della salute nei nostri luoghi di lavoro.

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