CATANIA – Si è svolto nella cornice del Bic-Business Innovation Center, alla zona industriale di Catania, il momento di riflessione “Impresa 4.0 Trasformazione digitale: incentivi e strategia regionale per la specializzazione intelligente”, organizzato da Cna Catania.
Il digitale può sicuramente dare una marcia in più all’economia italiana, a patto però che le piccole e medie imprese sappiano rinnovarsi, riorganizzando le risorse e, soprattutto, cominciando seriamente a lavorare in rete. Nel terzo millennio è questa la vera sfida dell’artigianato, come evidenziato nel suo indirizzo di saluto, da Floriana Franceschini, presidente di Cna Catania, che ha altresì sottolineato come «la cultura artigiana e i ragazzi siano molto vicini. Se chiediamo a dei giovani quale possa essere un lavoro ideale, questo è descritto in maniera assai simile a un mestiere artigiano. Il loro sogno è fare un lavoro che piaccia e che sia creativo, innovativo. Possiamo dire che essere artigiani oggi significhi abbracciare un certa filosofia di vita: è fare qualcosa che si ama, è mettere passione e cura in ciò che si fa, è innovare e condividere conoscenze ed esperienze».
Pienamente in linea la posizione di Andrea Milazzo, segretario di Cna Catania, per il quale «la trasformazione digitale rende l’artigianato sempre più attraente e appetibile per le nuove generazioni e offre opportunità occupazionali. Perché il punto non è più “se” l’artigiano debba essere o meno digitale, ma “come” debba esserlo, in che forma, in che modi. L’utilizzo delle nuove tecnologie nel settore artigianale è infatti imprescindibile, perché ormai il digitale ha cambiato il mondo, ha mutato radicalmente la vita quotidiana, che lo si voglia o meno. Del resto, l’artigiano italiano ha sempre fatto innovazione, a esempio creando da sé gli utensili e i macchinari necessari, sperimentando nuove tecniche e nuovi materiali, ed è per questo che le nostre aziende fanno prodotti straordinari e l’Italia rimane un Paese dalla forte creatività».
Presente al convegno era anche il neo assessore catanese alle Attività produttive, Ludovico Balsamo, che ha garantito «il massimo supporto a tutte le iniziative concretamente in grado di sostenere i giovani e creare nuovo lavoro. A esempio, ci accerteremo delle possibilità di rinvenire immobili adatti al co-working e valuteremo ogni ipotesi di partenariato pubblico/privato, convinti come siamo che il Comune debba essere un reale “facilitatore” per le imprese, a cominciare dall’abbattimento della burocrazia». Balsamo ha poi assicurato la volontà della giunta Pogliese di «svolgere un ruolo importante nella partita per il rilancio della zona industriale di Catania, verso la quale il sindaco ha la massima attenzione possibile».
Per Mario Pagani, responsabile del Dipartimento Politiche industriali di Cna nazionale, «oggi una impresa deve avere la piena comprensione di come per competere necessitino processi veloci e innovativi, senza i quali si è tagliati fuori dal mercato globale. Ovvio poi come l’Italia debba recuperare un elemento fondamentale per l’economia, quegli investimenti che erano in forte contrazione da parecchi anni già prima della crisi di fine 2008». Appunto in tale ottica, Pagani ha spiegato i dettagli del piano governativo Impresa 4.0 per spingere le aziende all’innovazione, «puntando sulla modalità degli incentivi al fine di promuovere soluzioni smart per le piccole e medie imprese italiane, facendo tesoro di quanto fatto finora e cercando di costruire una vera e propria cultura dell’innovazione. Insomma, serve modernizzare l’intera economia e per farlo occorre ancora percorrere molta strada».
Marco Maiorana, presidente di Bic Sicilia, ha spiegato la logica del Business Innovation Center, visto come «un campus di aziende, un luogo innovativo dove poter fruire di spazi logistici attrezzati immersi nel verde, un luogo all’interno del quale si trovano aule meeting, sale convegni, mensa, spogliatoi, sicurezza estrema e soluzioni avveniristiche per sviluppare i propri progetti in tutta serenità, delegando ai gestori le noie amministrative».
Carlo Sciuto, presidente di Cna Informatica Catania, nonché membro del tavolo S3 della Regione Siciliana, ha illustrato le strategie per la specializzazione intelligente di Palazzo d’Orléans, sottolineando come «la serie di pur ottime iniziative che il governo centrale ha messo in campo negli anni debba necessariamente avere una logica di continuità, a supporto della reale trasformazione delle imprese e dell’economia nazionale nel suo complesso». Sciuto ha altresì presentato il progetto Park Smart quale case study su «una startup davvero innovativa e in grado di creare guadagni per la collettività, tramite l’ottimizzazione dei parcheggi esistenti, e anche posti di lavoro. Risolvendo poi in maniera scientifica il problema traffico nelle grandi e piccole città».
Antonio Merenda, responsabile del Digital Innovation Hub di Cna Catania, ha infine evidenziato il ruolo operativo della Confederazione etnea nel processo di trasformazione digitale, «con un compito di facilitatore tra pmi tradizionali, pmi innovative, istituzioni e stakeholder tramite lo sportello di finanza agevolata e l’assistenza per la partecipazione ai bandi».