Il design strumento di comunicazione, rottura, espressione e di conservazione di valori tra ironia e provocazione per progettare un mondo migliore.
Sono queste le caratteristiche che hanno fatto diventare lo Studio 65 una leggenda che, dopo oltre 50 anni, continua ad evolversi e ad emozionare.
Studio 65
Nacque come collettivo sperimentale d’avanguardia di architetti, designer, poeti e artisti nel ’65 a Torino. I suoi fondatori furono Franco Audrito, Athena (Nanà) Sampanitou, e altri giovani studenti, in un’epoca di ribellione e cambiamento socioculturale.
Il collettivo, diventò in seguito uno studio di architettura, si è mosso nell’ambito del Design sperimentale e nell’architettura radicale, creando un linguaggio “pop” provocatorio, dissacrante e innovativo che, ancora oggi fa sognare.
Molte delle loro opere, fra cui le poltrone Bocca, Capitello e Attica, sono state inserite nelle collezioni permanenti di importanti musei quali: il Denver Museum of Modern Art, il Vitra Museum di Basilea, il Musée des Arts Décoratifs del Louvre, il Centre Pompidou Musée National d’Art Moderne a Parigi e il Metropolitan Museum a New York.
Inoltre, il loro archivio ha avuto il riconoscimento di interesse storico da parte della Soprintendenza Archivistica ed è l’unico riconoscimento finora rilasciato ad autori, in questo caso Studio 65, viventi.
La video intervista
Ma cosa ha scaturito la fama di questo Studio 65 e di questi due designer facendoli diventare dei miti viventi?
A parlarcene sono proprio loro: Franco e Nanà Audrito che, per iDesign, hanno fatto magicamente viaggiare Palermo, di nuvola in nuvola, in cinquant’anni di futuro.
I due designer, inoltre, hanno lanciato anche tanti spunti ai giovani da cui trarre ispirazione, ma soprattutto far di alcuni concept principi per una vita migliore.