“Non è vero che è stato un tentativo di Berlusconi, casomai sventato da Berlusconi. C’era qualcuno che riteneva, forse perché in Sicilia prendiamo troppi voti, che questa bravura potesse essere portata fuori dalla Sicilia“. Questa la versione di Gianfranco Micciché, coordinatore di Forza Italia in Sicilia, sulla telefonata che sarebbe arrivata proprio al Presidente dell’Ars con all’altro capo proprio il Cavaliere. Secondo le cronache, ci sarebbe stata l’idea di Berlusconi di ‘commissariare’ il partito in Sicilia. Una versione che Micciché smentisce seccamente, anche se non nega che gli attacchi siano arrivati. Ma non da Arcore. “Ci sono ormai abituato: mediamente ogni sei mesi ci sono di questi tentativi. Ormai sono immunizzato, ho fatto il vaccino del tradimento, non mi crea più problemi“, afferma.
Un attacco, dunque, che Micciché derubrica a evento quasi fisiologico della vita di un partito, e indica quelle che a suo modo di vedere sono le questioni in ballo: “Avevano tirato fuori delle stupidaggini come argomentazioni, come il fatto che io avessi la doppia carica di Presidente dell’Ars e di coordinatore in Sicilia, ma credo che il problema vero sia che si avvicinano le elezioni Politiche e alcuni leader nazionali, siccome al Nord non hanno molte speranze di prendere deputati, potrebbero volersi candidare qui. Non vedo altre motivazioni“.
Un ‘complotto’ ordito oltre lo Stretto, dunque, ma con sponde siciliane. Micciché dedica un ragionamento sugli esponenti forzisti isolani che, secondo il quadro dipinto dal coordinatore azzurro, averebbero sostenuto il disegno per l’ammutinamento a induzione nordista: “Non credo facciano bene ad aiutarli. Io personalmente non devo candidarmi alle nazionali. Chi pensasse di farlo, tra i siciliani, si fa male da solo“. A questo punto Micciché rincara la dose uscendosene con una citazione: “Alberoni scriveva che ‘per sopportare il peso della gratitudine bisogna avere spalle larghe‘”. E stuzzicato sui nomi di chi, tra esponenti siciliani e non, avrebbe ordito il piano di spodestarlo dalla plancia di comando azzurra in Sicilia: “Mi riferisco a Giuseppe Milazzo e mi riferisco a tanti altri“. Poi quello che suona quasi come un avvertimento: “Chi fa politica da tanto tempo come me non si stupisce di queste cose, mi stupisco più che altro del fatto che non si accorgano che nonostante” i numerosi tentativi “Io sono ancora qua“.
Infine, una battuta sulla lettera firmata da alcuni deputati regionali a sostegno della sua permanenza alla guida del partito, sulla cui effettiva esistenza qualcuno ha ‘malignato’. Micciché è lapidario: “Io non l’ho vista, l’hanno firmata i deputati“.