Si avvicina l’appuntamento con le elezioni amministrative 2018 anche a Messina e le “grandi manovre” per la sindacatura iniziano ad entrare nel vivo. Il sindaco in carica, Renato Accorinti, è pronto alla ricandidatura e proverà a bissare l’impresa del 2013 in una campagna elettorale che stavolta appare, tuttavia, destinata ad essere più complicata e più imprevedibile. Chi è già da tempo candidato e ha deciso di scendere in campo prima ancora del terremoto giudiziario che lo ha investito è Cateno De Luca, il deputato di Sicilia Vera. L’ex sindaco di Santa Teresa di Riva e Fiumedinisi, dopo l’assoluzione dalle accuse per il “Sacco di Fiumedinisi” e dopo la recente revoca degli arresti domiciliari per la vicenda della presunta evasione fiscale inerente il Caf Fenapi, ha ingaggiato una dura battaglia che dalle aule di tribunale si è spostata ora all’esposto alla Commissione Antimafia per la cancellazione dalla lista degli “Impresentabili“.
La partita per la sindacatura vedrà protagonista con molta probabilità Giovanni Ardizzone, l’ex presidente dell’Assemblea Regionale rimasto fuori dagli eletti proprio all’Ars e che adesso sarebbe intenzionato a dare l’assalto alla prima carica della Città Metropolitana. Il gruppo politico guidato da Gianpiero D’Alia, in questa direzione, punterebbe ad una convergenza politica con il Partito Democratico sulla nomination di Ardizzone. Un’impresa possibile ma tutt’altro che semplice perché i Democratici ambiscono anche loro alla sindacatura della città e in questi giorni si sta anche consolidando l’asse tra il Rettore dell’Università di Messina, Pietro Navarra, e l’ex deputato di Sicilia Futura, Beppe Picciolo, che disegnerebbe altre trame politiche e un’altra candidatura per Palazzo Zanca.
Alla sindacatura ambirebbe anche l’ex assessore regionale Aurora Notarianni, che già alle Amministrative 2013 andò ad un passo dalla candidatura e che, stando ad alcune voci, avrebbe incassato un impegno morale per le Comunali dall’ex governatore Rosario Crocetta quando sul finire della legislatura regionale venne nominata in Giunta. Attorno al nome della Notarianni ci sarebbe il gradimento della sinistra, e non solo dei Crocettiani ma anche di alcuni ambienti del Pd.
Si attendono le mosse del centrodestra ed anche qui bisognerà capire quali effetti produrrà la bufera giudiziaria che ha investito per l’ennesima volta Francantonio Genovese, insieme stavolta al figlio Luigi, neoletto all’Ars. Non è un mistero che, volente o nolente, il peso elettorale di Genovese, rimasto inalterato anche dopo le vicissitudini giudiziarie dell’ex parlamentare ed ex sindaco della città, rappresenterà il “fattore x”, in grado di spostare gli equilibri delle prossime Amministrative a Messina. Nel centrodestra sono in tanti ad osservare la situazione, e a valutare l’opportunità di tentare la candidatura a sindaco e tra questi l’esponente di Forza Italia Nino Germanà, rimasto fuori dagli eletti e che comunque guarda anche ad un posto in lista per le Nazionali. Ma resta anche possibile una discesa in campo di Francesco Stagno d’Alcontres, sul quale punterebbe Energie per l’Italia.
Al successo punterà anche il Movimento Cinque Stelle e su questo fronte c’è l’ipotesi che la candidatura a sindaco possa essere affidata alla prima degli eletti tra i grillini alle Regionali, Valentina Zafarana, ritenuta tra i pentastellati il nome in grado di dare la scalata a Palazzo Zanca. La deputata messinese nelle prossime settimane sceglierà se restare per l’intera legislatura appena iniziata a Palermo o se mettersi in gioco per la sfida politica delle Comunali 2018.