Fine anno con i ‘botti’ quello per il comune di Palermo. Entro il 31 dicembre il Consiglio dovrà approvare il bilancio consolidato del 2018. Un documento che tiene conto oltre che dei dati finanziari di Palazzo delle Aquile anche di quelli delle sue partecipate: Amat, Amap, Amg, Rap, Sispi, Reset, Palermo Ambiente e in quota parte Gesap e Fondazione teatro Massimo.
Bilancio che il consiglio comunale doveva approvare a settembre ma ad oggi nulla è stato fatto, a causa anche dei ritardi di tutta la documentazione che le società partecipate non hanno inviato a Sala delle Lapidi.
Il disallineamento, a quanto pare, ammonta a un totale di 44,6 milioni di euro ma di questi in realtà 34 milioni circa sono già stati riconciliati. Quindi rimarrebbero senza copertura finanziaria circa 10,4 milioni di euro che potrebbero generare nuovi e “ingombranti” contenziosi. La situazione più difficile riguarda l’azienda Amap. 5,668 milioni sarebbe il disallineamento che si può evincere da una nota informativa. Grave anche la situazione di Rap (circa 3.431 milioni di euro). Non da meno la partecipata in liquidazione Palermo ambiente s.p.a con i suoi 1.294 milioni.
La tabella informativa è stata presentata la scorsa settimana alla commissione bilancio, dove l’assessore al Bilancio, Roberto d’Agostino con Bohuslav Basile ragionier Generale del comune di Palermo, hanno discusso insieme ai componenti, il da farsi. Adesso la giunta Orlando dovrà mettersi nelle condizioni di poter recepire queste somme, per evitare numerosi contenzioni visto che da tempo il Mef è con gli occhi puntati sul comune di Palermo.