Con il riscaldamento globale diventa concreto il rischio che le allergie da pollini persistano per tutto l’anno, con sintomi peggiori e più duraturi, e nell’arco di pochi decenni si potrebbe verificare un aumento del 200% nella quantità totale di pollini rilasciata dalle piante.
L’allerta arriva dal congresso della Società Italiana di Allergologia, Asma, e Immunologia Clinica (SIAAIC) in corso a Verona, dove gli specialisti si confrontano sugli effetti dei cambiamenti climatici che, avvertono, hanno portato ad un progressivo allungamento e aggravamento delle pollinosi che oggi tendono ad abbracciare nella loro durata l’intero arco dei 12 mesi.
L’aumento delle temperature, spiegano gli allergologi, sta determinando la diffusione anche in autunno di pollini di varie specie che concentrano la fioritura tra la primavera e l’estate, con un rilascio di carico pollinico sempre più abbondante.
A causa delle sempre più ricorrenti anomalie climatiche “stiamo registrando un aumento delle richieste di aiuto anche in periodi in passato insoliti, da parte di chi soffre di allergie solo in primavera – dichiara Gianenrico Senna, presidente SIAAIC e professore di Malattie Respiratorie all’Università di Verona -. Moltissimi italiani rischiano di soffrire di allergie da pollini praticamente tutto l’anno, con sintomi peggiori e terapie che devono essere protratte nel tempo”.