Stagione estiva a rischio in Sicilia, ma non quella del 2023. In ogni caso le concessioni balneari andranno riviste ed entro la fine dell’anno perché la Regione non potrà non farsi trovare pronta: la pianificazione della concessione del demanio marittimo dovrà essere redatta per il 1 gennaio del 2024. A rischio gli interessi di chi ha investito sulla base delle concessioni pluriennali.
Non a caso, è stato istituito un tavolo tecnico nazionale sulle concessioni demaniali marittime, lacuali e fluviali, presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e attorno al quale siedono i ministeri interessati – quello delle Politiche del mare e degli Affari europei, la Coesione, il Sud – un delegato delle infrastrutture e un delegato delle Regioni.
Ma torniamo dalle nostre parti. Di tutto il fronte mare della Sicilia, ne abbiamo in concessione solo il 20%. La Regione dà una serie di concessioni sul demanio marittimo (che vanno dai terrazzini alle fognature e roba che non c’entra niente con i balneari). E per i comuni c’è il problema della pianificazione, che devono dotarsi di piani di utilizzo del demanio marittimo- (PUDM). “Un grande lavoro da fare. Si stanno muovendo più o meno tutti, ad oggi sono solo 25 – su 102 comuni – che non hanno mai trasmesso un Pudm in votazione”. Ci spiega l’assessore al Territorio e all’Ambiente Elena Pagana.
Dunque, mai trasmesso una bozza di Pudm per l’approvazione e la Regione già in diverse finanziarie ha dato contributi per la redazione del piano. A quanto pare lo stesso documento è stato riscritto più o meno a tutti, e saranno inviati i commissari, in più in assessorato è già stato istituito un nucleo di esperti . “Vorremo istituire un tavolo coinvolgendo tutte le parti sociali interessate. La Regione dovrà fare il bando tipo, ma se il comune non ha il piano non può fare le concessioni, aggiunge Pagana. E i piani di utilizzo del demanio marittimo sono fondamentali soprattutto per dividere tutta la zona balneare in lotti . Da ricordare che gli stessi comuni incasseranno l’80 per cento delle concessioni.
E a proposito di risorse, 300 mila euro rappresentano il totale dei contributi stanziati ai comuni nella scorsa legislatura per redigere i Pudm, soldi mai spesi, almeno questa è la situazione che l’assessore Pagana ha trovato subito dopo il suo insediamento. “Abbiamo scritto a tutti e li abbiamo sollecitati”.
La Regione incassa circa 9 milioni di euro l’anno in termini di concessioni demaniali. Ora l’esigenza, secondo Pagana, è bilanciare gli interessi di tutta quella gente che ha fatto investimenti e che di fatto non si sa per quanto tempo.
“C’è grande attesa per il tavolo nazionale e ci muoveremo in sinergia con le alte regioni, non vogliamo giocare con gli interessi di chi ha investito sul demanio, ma c’è bisogno di rivedere tutta la materia in modo organico. Lavoreremo fianco a fianco ai comuni fornendogli tutto il supporto di cui hanno bisogno e già lo stiamo facendo. Abbiamo riscritto il riparto dei 300 mila euro, decreto peraltro passato in commissione. I comuni sono stati, inoltre, agevolati non avendo pagato gli oneri delle Vas. Ciascun Pudm è soggetto a Vas – sottolinea Pagana – che costa 5 mila euro e chi è in dissesto non può spenderli”.
Intanto, sull’Isola contiamo poche bandiere blu, ma nessuna in Sicilia occidentale.