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le parole dell'ex assessore alla Salute

ESCLUSIVO, intervista a Ruggero Razza: “Elena in giunta? Ho letto cose da voltastomaco. Farà bene e non sarà la moglie di..”

venerdì 18 Novembre 2022

Ruggero Razza è stato, nel bene e – per alcuni – nel male, il volto più esposto dei cinque anni di governo Musumeci. Chi lo ha amato ne ha elogiato la concretezza amministrativa e il coraggio di decidere. Oltre che l’intelligenza e l’educazione (copyright Raffaele Lombardo, non certo un generoso quanto a complimenti). Chi lo ha odiato, ha visto in lui l’anima nera del retrobottega del potere. Oggi, non è più assessore regionale, dice di essere tornato a fare soltanto la sua professione. Ma si sfogliano le cronache politiche e continua ad aleggiare.Insomma chi ha ragione? È un angelo o un diavolo?“Né l’uno, né l’altro. O forse qualche volta un po’ di entrambi. Ho avuto grandi responsabilità e questo comporta raccogliere amori e odi. E so di avere un carattere molto rigoroso e anche questo, pare, non aiuti. Quando sei costretto a dire qualche no, a deludere le attese per designazioni irricevibili, a stoppare gli sgambetti o almeno a provarci, è facile attirarsi inimicizie in conto terzi. Diciamo che nella mischia le prendi e le dai, l’importante è rialzarsi sempre. Poi, per carità, nel mio lavoro sicuramente ci sono stati momenti positivi ed altri negativi. Sono soddisfatto di molte cose – a partire dalle migliaia di assunzioni e dagli interventi in edilizia, tecnologie, formazione, programmazione, riduzione della mobilità – e so bene che tanto altro andava probabilmente comunicato o fatto meglio. Chi arriva oggi, e rivolgo un augurio sincero al neo assessore Giovanna Volo, potrà migliorare dove non siamo riusciti e attuare la grande sfida del Pnrr”.

La accusano di aver fallito sui pronto soccorso e sui servizi in molti ospedali più periferici.“In pronto soccorso ci sono – in tutta Italia – meno di metà degli organici. Fanno miracoli. È un grande problema nazionale, come quello dell’errata programmazione che ci ha portato all’attuale carenza di medici. Perché nessuno vuole lavorare nell’emergenza? Le condizioni sono usuranti e non vengono riconosciuti nemmeno benefit economici adeguati. Il nuovo ministro dice che il governo interverrà. Lo spero”.Basta sanità, tanto ormai non è più cosa sua. Miccichè sarà contento.“Inutile il tentativo: non polemizzo più con nessuno. C’è un nuovo governo, quello del presidente Schifani e bisogna condividere tutti la speranza che faccia bene. Anzi, bisogna impegnarsi perché la sfida riesca. Ci sono esperienze personali, nel governo, che vanno in questa direzione e una guida autorevole”.Non può uscirsene così. Miccichè ha chiesto la sua testa per anni e lei non dice nulla?“Ma cosa vuole che dica? Probabilmente c’era chi soffiava sul fuoco perché la corte plaudente (fatta qualche volta di sanguisughe che si alimentano negli scontri e al primo giro tradiscono) è stato e sarà sempre un limite di tutti i Palazzi a ogni latitudine. Ma ormai è acqua passata. Non serbo rancori, né risentimenti. Quindi non ha senso parlarne”.Lei non è nel governo, ma hanno messo sua moglie. I giornali parlano di una imposizione di FdI fatta per garantirle comunque una presenza a Palermo, visto che non poteva esserci lei.“FdI ha fatto le sue scelte. Elena è stata parlamentare, lavorando intensamente fino alla nascita del nostro bimbo che poi l’ha portata ad allentare la sua presenza a Palermo come capita a tutte le mamme nel primo anno di vita dei figli. Il partito ha scelto due assessori nel capoluogo, entrambi uomini e quindi due donne in Sicilia orientale. In questa fase ha premiato anche Enna che spesso fa la cenerentola. È stato, immagino, un gesto di rispetto verso un territorio che merita. Quella per FdI era l’unica provincia senza rappresentanza istituzionale a Palermo. La più piccola e con meno seggi, solo due. Se esistono i partiti è per selezionare e fare crescere la propria classe dirigente”.

Ma per tutti è la “moglie di…” ed è una imposizione del ministro Nello Musumeci.“Ho letto cose da voltastomaco, con quella cattiveria tipica delle persone disturbate. Dicono che Elena, questa sarebbe la prima grande colpa, non ha avuto un successo elettorale, ma nessuno ricorda che in una provincia così piccola a votare sono state poche decine di migliaia di persone, a fronte di province ben più grandi e con più seggi. Quando i seggi sono solo due diventa quasi un collegio maggioritario e tutti sapevano che a Enna la corsa era a tre. Si eserciti in una formuletta matematica: faccia il rapporto tra preferenze e votanti di ogni provincia. Si capirà che ha avuto un buon risultato, che è arrivata la prima della lista e che lo ha fatto a mani nude. Mi fa specie, poi, che i più critici siano quelli che dicono che ci sono pochi giovani e poche donne. E mi fermo qui perché potrei fare esempi passati e recenti di pratiche familistiche, che in questo caso non c’entrano proprio nulla”.Cosa vi siete detti quando le hanno proposto il ruolo?“Quasi non ne abbiamo parlato e gli amici più cari sanno che io ero contrario, perché sapevo che l’avrebbero sottoposta alla gogna. Ma non conoscono Elena e la sua dirittura morale, la sua caparbietà e il desiderio di riuscire a fare bene. È tipico delle famiglie cresciute nel lavoro, come la sua. È una forza che viene dalla “provincia” nel senso più nobile. Quando vivi una quotidianità fatta di sudore e fatica, quando conosci la sofferenza delle origini, cambia anche l’approccio con il mondo circostante. Ha scelto da sola e io ho preso atto della sua decisione”.

Quindi lei non ha avuto alcun ruolo. Difficile crederlo.“Ancora! Chi non lo capisce è in mala fede perché pensa che le persone possano essere utilizzate dai pupari, che è il contrario della cultura di destra. Certamente non meritava solo Elena e nel partito esistono personalità di valore. Io non ho avuto alcun ruolo e sarebbe stato assurdo il contrario. Pensi che nel giorno della formalizzazione del decreto di nomina io ero in udienza e la notizia l’ho avuta da un caro amico di Forza Italia”.Eppure è finita come la stampa scriveva da giorni. Si è pure ipotizzata una staffetta Pagana-Intravaia richiesta da lei al partito.“Vede, questa è la dimostrazione di come si scrivono meschinità a raffica. Magari volevano solo farmi litigare con gli altri deputati, che sono tutti amici e con altri dirigenti in gamba. Mi spiegano come una posizione di genere femminile possa essere interscambiabile con una maschile? È il segno di un clima di tensioni e veline che va superato. La Sicilia ha bisogno di stabilità, basta con i veleni!”Come sono stati i primi giorni, le è stato accanto. Immagino quante ore di training, lei ha comunque una esperienza e una conoscenza della macchina regionale.“Anche qui, la deludo. Non sono in Sicilia da giorni e a tutti gli amici dirigenti e amministratori che mi hanno chiamato ho detto che sarebbe un errore imperdonabile seguire i riti della vecchia politica che faceva passare le decisioni dai referenti degli assessori. Questa pratica non è mai tramontata. Il “va bene, ma prima parla con…” nella gestione amministrativa è un rito insopportabile. Cosa diversa sono le decisioni di ordine politico, che ovviamente si discutono. Elena farà da sola e per il tempo che starà nel suo ufficio sa che non potrà contare sulla mia presenza. È autonoma. Ma, siccome conosco i miei polli, nessuno pensi di approfittarsi della mia educazione ed etica comportamentale. A buon intenditor poche parole”.Si sono finalmente liberati di lei? Diamola una buona notizia a quelli che l’hanno vista con il fumo negli occhi.“Sono tornato alla mia professione e ho preso un po’ di tempo per me. Sabato sarò a Napoli al giuramento degli allievi della Nunziatella, così rivedrò i miei compagni di corso che non vedo da sette anni. Mi mancava e ogni volta che entro a Scuola mi immergo in ricordo indelebili”.Quindi possiamo dire basta con la politica?“La mia militanza è iniziata durante gli studi e non pensavo certamente di poter avere responsabilità istituzionali. In questi anni – non solo nei cinque al governo – sono cresciuto con tanti amici, moltissimi dei quali, dall’Ars ai comuni, sono nelle istituzioni, mentre altri non hanno perso la loro passione politica. È normale continuare a sentirli. Mi hanno avuto accanto per molti anni e io li ho sentiti vicini in ogni momento, anche in quello più duro dopo le mie dimissioni per l’inchiesta. Certamente loro continueranno a lavorare sul territorio. Soprattutto in un momento così difficile come quello che viviamo, nel quale c’è bisogno di ricostruire un rapporto di fiducia tra la società e la politica, e per farlo bisogna ripartire dai contenuti. Io sono felice di aver seguito il primo e più importante insegnamento di Enzo Trantino: mai lasciare la tua professione, quindi la tua indipendenza, perché solo così puoi continuare, se lo decidi, a vivere la tua passione senza alcun vincolo o costrizioni, ma solo con la gioia di difendere e rappresentare le tue idee”.

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