“La normativa è chiara. Il COBAS/CODIR lo ripete da mesi. Non esiste più la possibilità di riservare, in sede di concorso, una percentuale di posti ai dipendenti interni all’ente. Le uniche due possibilità per consentire ai dipendenti di progredire in carriera sono: per il triennio 2020/2022 un concorso riservato agli interni nel
limite del 30% dei posti disponibili ai sensi dell’art. 22 comma 15 del d.lgs. 75/2017; la procedura comparativa ai sensi del riscritto art. 52 comma 1-bis del d.lgs. 165/2001“. Così in una nota il sindacato Cobas Codir in merito ai concorsi regionali.
“Relativamente a quest’ultima ipotesi, il ministro competente Renato Brunetta, in sostanza, si è ricreduto rispetto alla riforma di 12 anni fa. (Era ora!) La platea dei dipendenti regionali è invecchiata senza avere in questi anni il giusto riconoscimento in termini di carriera e in termini economici. A distanza di dodici anni dalla “Brunetta 1” (la riforma che ebbe il demerito di perpetrare un vero e proprio abuso ai danni del personale, bloccando gli avanzamenti di carriera, introducendo fittizie riserve in concorsi mai espletati ma assumendo, di contro, personale
senza concorso in base al titolo di studio posseduto) si riapre la possibilità per i dipendenti regionali di far valere le proprie competenze e le skills acquisite nel tempo: con scatti di carriera e incrementi della retribuzione. Dopo anni di mortificazione delle professionalità interne chiediamo con forza, quindi, al Governo di sfruttare al massimo le opportunità offerte dalla vigente normativa applicando, in sede di revisione dei bandi di concorso, la seguente “road map”: applicare la riserva prevista dall’ art. 22 comma 15 del d.lgs. 75/2017 (cd. legge Madia); avviare, contemporaneamente, le procedure previste dall’art. 3 del Decreto Legge n. 80/2021 mediante l’immediata apertura delle trattative sul rinnovo contrattuale (CCRL 2019/2021) e inserire il nuovo ordinamento professionale“.