Alle volte, le coincidenze…!
Dopo mesi di silenzio, “giusto giusto” ieri pomeriggio il Comune di Palermo diffondeva questo comunicato stampa: «È stata pubblicata oggi (28 febbraio, ndr) sul sito istituzionale, nella sezione “Amministrazione Trasparente – Bandi di concorso”, la graduatoria definitiva, stilata in base ai titoli, relativa ai candidati ammessi alla prova scritta, del Concorso pubblico a n. 11 posti di Dirigente Tecnico a tempo pieno ed indeterminato. La graduatoria pubblicata comprende i candidati sino alla posizione 110, oltre a tutti i candidati interni titolari di riserva di posti».
E spulciando la graduatoria, chi troviamo? Alla posizione n.19 proprio l’Architetto Mario Li Castri, arrestato oggi (ai domiciliari) nell’operazione “Giano bifronte”. Alla posizione n. 115, quindi tra le riserve, Giuseppe Monteleone, anche lui coinvolto nel blitz di Carabinieri e Finanza.
Li Castri e Monteleone erano già stati arrestati e condannati (in primo grado) per la vicenda della lottizzazione abusiva in via Miseno, a Mondello.
Nel marzo 2018 erano stati condannati a due anni, in primo grado, insieme ad altre 19 persone (funzionari comunali, tecnici, imprenditori e un notaio), per la lottizzazione abusiva di via Miseno (dove entrambi risultano residenti e dove 12 villette sono state confiscate dalla magistratura), nella borgata marinara di a Mondello.
Sulla vicenda, spiega l’avvocato di Li Castri, Marcello Montalbano, “è in corso il processo d’appello, anche per quanto riguarda la confisca. La lottizzazione – aggiunge – non riguarda l’attività di pubblico funzionario di Li Castri”.
La terza sezione penale, allora presieduta da Marina Petruzzella, trasmise gli atti alla Procura per nuove indagini sui casi emersi in dibattimento e rimasti fuori dal processo. Poco prima della sentenza di primo grado Li Castri era stato nominato dall’amministrazione comunale nel Cda dell’Amg Gas. Nell’agosto 2015, quando Li Castri era già stato rinviato a giudizio, fu comunque nominato dirigente comunale.
Al processo il Comune si costituì parte civile per aver subito un “danno d’immagine” e gli fu riconosciuta una provvisionale di 500 mila euro. Secondo il pm Francesco Gualtieri, titolare dell’accusa nel processo di primo grado, per costruire le villette era necessario che il Consiglio comunale approvasse un piano particolareggiato, passaggio che non avvenne. Come si evince dall’ordinanza emessa oggi dal Gip Michele Guarnotta, tre degli indagati (Li Castri, Monteleone e Fabio Seminerio) risultano residenti in via Miseno.
Li Castri è uno dei fedelissimi di Orlando e Arcuri, elemento di spicco del cerchio magico orlandiano, “fatto fuori” dal ruolo di Capo Area tecnica Infrastrutture dopo la vicenda di via Miseno, ancora senza sentenza definitiva… Per cui aveva deciso di non mollare e partecipare al concorso interno indetto da Palazzo delle Aquile.
Dopo il blitz di oggi, che provvedimenti prenderà il sindaco in merito al Concorso? La graduatoria sarà sospesa?
IL LINK DELLA GRADUATORIA: QUI
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