Aveva seminato il panico in città. Furti, rapine, minacce e aggressioni snocciolate dinanzi al tribunale di Trapani che stamane lo ha condannato a 3 anni e nove mesi di carcere. Il pm aveva chiesto la condanna a sei anni. Si tratta di Marco Di Pietra, 20 enne originario del quartiere San Giuliano, autore di due rapine e cinque furti commessi tra l’agosto e il novembre 2015.
Sette i furti contestati: una rapina presso una tabaccheria; una rapina nei confronti di una persona a cui sono stati sottratti auto e telefono cellulare; tre furti ad altrettanti esercizi commerciali, un furto al seminario vescovile e una rapina ad un distributore di carburanti. Fino all’arresto del dicembre 2015 quando gli agenti della Squadra Mobile e dei carabinieri furono accerchiati da amici e familiari del giovane. Il processo, svolto all’interno dell’aula bunker di Trapani, ha lasciato trasparire momenti di frizione a partire dalle espressioni del giovane durante l’interrogatorio di una delle vittime di una rapina tanto da convincere il pm Andrea Tarondo a chiedere un immediato “pattugliamento” del quartiere ai carabinieri.
Durante il suo interrogatorio, in seguito all’audizione di un giovane vittima di un aggressione e del furto temporaneo della sua auto, l’imputato si è detto “dispiaciuto” per quanto era accaduto. Di Pietra lo scorso 8 settembre è rientrato in un ulteriore operazione dei militari dell’Arma su una banda specializzata nel “cavallo di ritorno”.