Nella maggioranza Basile in Aula c’è un prima e c’è un dopo. A fare da spartiacque tra la maggioranza bulgara uscita dalle urne a fine giugno 2022 e quella che ieri, sul fil di lana, con appena 13 voti ha approvato il bilancio della Messina social city, sono le dimissioni di Cateno De Luca da presidente del consiglio comunale. Da quel giorno di maggio sebbene De Luca, frattanto diventato sindaco di Taormina, sia il leader indiscusso di Sud chiama Nord, sono iniziati i problemi per il sindaco Basile in Aula e soprattutto per il presidente “designato”, Nello Pergolizzi, eletto per il rotto della cuffia e sulle cui modalità di votazione si attende il parere della Regione e probabilmente un successivo ricorso al Tar.
Fatto sta che dalla famosa maggioranza più Iva decantata nell’estate 2022 l’asticella è scesa a un risicato 15 su 32 consiglieri, con un vantaggio che si è spostato sulle opposizioni (Pd, centro destra e parte del gruppo misto). E’ vero che le opposizioni non hanno trovato la quadra sul nome del candidato presidente dando l’assist quindi all’elezione di Pergolizzi, ma da quel momento ogni delibera che passa dall’Aula rischia di attraversare acque pericolose.
Dall’estate 2022 ad oggi ci sono stati diversi passaggi di fronte dai deluchiani al centrodestra e si è consumata la rottura dell’alleanza tra Basile e i consiglieri di Prima l’Italia-Lega di Nino Germanà. Così, da fine maggio, ogni seduta è un terno al lotto per la maggioranza, come dimostra quanto accaduto ieri. All’ordine del giorno il bilancio di MSC, ma i burrascosi rapporti in consiglio tra un presidente il cui ruolo è contestato dalle opposizioni e i consiglieri hanno reso la seduta incandescente. Dario Carbone (FdI) che aveva presentato una pregiduziale, dopo uno scambio di contestazioni è stato espulso dall’Aula dal presidente Pergolizzi. Per protesta i consiglieri di opposizione hanno lasciato l’Aula, con la conseguenza di una probabile caduta del numero legale.
Così si è messo in moto il “pronto soccorso”. Il capogruppo FdI, Libero Gioveni, con senso di responsabilità ed esperienza di lungo corso, resta in consiglio per garantire l’agibilità. Nel frattempo, dai banchi della maggioranza scatta la chiamata a Pippo Trischitta, che, assente giustificato, si precipita a Palazzo Zanca per consentire quel risicato 13 di sì al bilancio della partecipata che gestisce i servizi sociali.
“Sia chiaro, sono rimasto in Aula solo per senso di responsabilità- commenta il capogruppo di FdI Gioveni- Al collega Dario Carbone a cui non è stata volutamente concessa la parola va la mia totale solidarietà per il torto subìto. L’ ex “granitica” maggioranza si è ridotta a 13 elementi solo, con l’arrivo al fotofinish del consigliere Trischitta richiamato telefonicamente a furor di popolo dai colleghi della sua compagine. Questa sarebbe la squadra o la presunta maggioranza a cui dovrà fare affidamento il sindaco Basile per far passare gli atti in questi restanti 4 anni, specie quelli delicati ed importanti come quello di ieri sera? Anzi’ dirò di più! Oltre al collega Carbone, sono costretto paradossalmente ad esprimere la mia solidarietà anche al collega Trischitta che, chissà in quale parte dell’emisfero si trovasse, si è dovuto catapultare a Palazzo Zanca per tenere il numero minimo necessario a non far cadere la sessione! Si pensi, da quanto mi è stato riferito, che il collega Trischitta aveva persino depositato agli atti una giustificazione di assenza dai lavori del Consiglio fino al prossimo mese di settembre, e ieri sera improvvisamente è apparso a noi come la “Madonna di Fatima” era apparsa ai pastorelli. Da qui la decisione di mantenere una tolleranza numerica per permettere in sicurezza la votazione della delibera”.
Grazie a Trischitta in corner e a Gioveni (che si è astenuto), il numero legale è stato mantenuto, ma quanto accaduto è solo l’anteprima di quanto potrà succedere nei prossimi 4 anni, con una maggioranza sempre sul fil di lana a rischio caduta anche per una sola assenza.