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La riforma

Consorzi di bonifica ancora al palo, la commissione Bilancio non esclude possibili rilievi

martedì 23 Aprile 2024

Il disegno di legge che disciplina il riordino dei Consorzi di bonifica e di irrigazione della Regione Siciliana non ha ancora completato il suo iter. Dopo i pareri e gli approfondimenti espressi in commissione Attività produttive, il ddl è al vaglio della commissione Bilancio già da alcuni mesi. Al momento tutto è fermo e non è esclusa una “navetta” del testo in vista di una serie di rilievi da parte della II commissione, soprattutto di natura economica. Un fatto, quello dei probabili rilievi, che potrebbe rallentare ulteriormente la calendarizzazione della riforma per la discussione a Sala d’Ercole, anzi addirittura si rischia di cominciare tutto da capo.

C’è un altro tassello da mettere a fuoco. Il nocciolo della questione è che i Consorzi di bonifica che saranno soppressi (Sicilia occidentale e Sicilia orientale) hanno dei debiti. Chi li pagherà? A questo quesito non c’è ancora una risposta. La situazione debitoria è certamente una matassa da sciogliere insieme alla questione del ricollocamento del personale. (CLICCA QUI).

Compiere ulteriori passi in avanti, dunque, non sarà facile, nonostante il sollecito di nuove regole – e adesso più che mai con l’emergenza siccità – è avvertito da più parti per evitare il collasso e l’impossibilità di garantire l’irrigazione in tante vaste aree della Sicilia. (CLICCA QUI)

Con la liquidazione dei Consorzi di bonifica, al fine di conseguire la formazione di unità idrografiche omogenee e funzionali alla gestione dei relativi interventi, il territorio regionale è suddiviso in quattro comprensori di bonifica e di irrigazione, che accorpano gli ambiti territoriali dei soppressi consorzi di bonifica, i cui confini sono definiti come segue.

Un comprensorio Sicilia nord orientale (superficie 8.538 kmq) che va dal bacino del fiume S. Leonardo, n. 093, (Lentini e bacini minori fra Lentini e Simeto) al bacino del fiume Tusa, n. 024, e bacini minori fra Tusa e Pollina, n. 025. Un altro comprensorio Sicilia nord occidentale (superficie 7.484 kmq) che si estende dal bacino del fiume Pollina, n. 026, al bacino del fiume Magazzolo e bacini minori inclusi fra Magazzolo e Platani, n. 062. Un terzo comprensorio Sicilia sud orientale (superficie 4.713 kmq): dal bacino del fiume Rizzuto, n. 074, e bacini minori fra Imera Meridionale e Rizzuto, n. 073, al bacino del fiume Anapo, n. 091, e bacini minori fra Anapo e Lentini, n. 092. Il quarto comprensorio Sicilia sud occidentale (superficie 4.692 kmq): dal bacino del fiume Platani, n. 063, al bacino del fiume Imera meridionale, n. 072.

La riforma, voluta dal governo regionale, è attesa da anni e mira a riorganizzare la materia soprattutto dal punto di vista dello sviluppo e della tutela delle produzioni agro-zootecniche e forestali.

La riforma serve agli agricoltori, soprattutto in questo momento così delicato. Il testo ha una buona base di partenza ed è emendabile, ci sono degli aspetti da rivedere ma bisogna fare presto”, ha spiegato il presidente della III commissione parlamentare Gaspare Vitrano.

La proposta di legge definisce i nuovi comprensori di bonifica e di irrigazione e riordina gli enti gestori, rispettando i principi sanciti dal protocollo di intesa Stato-Regioni. In particolare, gli interventi di bonifica consistono nella sistemazione e nell’adeguamento delle opere di raccolta, di approvvigionamento, di utilizzazione e di distribuzione di acque superficiali o anche di falda, prevalentemente per uso irriguo e zootecnico, con ammodernamento degli impianti finalizzato all’aumento della sostenibilità economica e ambientale, mettendo poi a punto nuovi sistemi di regolazione dei corsi d’acqua funzionali alle esigenze dei Consorzi, comprese le opere idrauliche. Senza dimenticare le opere di recupero delle zone franose contro il dissesto idrogeologico, E gli interventi di riefficientamento di opere di sbarramento finalizzati al raggiungimento dei massimi livelli di invaso. Quelle elencate sono soltanto alcune delle attività regolamentate dalla riforma sui Consorzi di bonifica, che si presenta ben dettagliata e puntuale.

E’ importante specificare che le opere realizzate nell’ambito degli interventi e delle attività sopra elencate appartengono al demanio della Regione e sono concesse in uso ai Consorzi, ma ci sono opere di interesse particolare rispetto alle quali sussiste l’obbligo di esecuzione e manutenzione a carico dei singoli consorziati proprietari dei fondi cui le opere si riferiscono.

Per garantire una coordinata programmazione e gestione delle opere di bonifica e di irrigazione, i Consorzi gestiscono in forma associata un Ufficio interconsortile, avvalendosi esclusivamente del personale appartenente agli istituendi Consorzi, come individuato da ciascun Pov, il piano di organizzazione variabile. L’Ufficio interconsortile cura una serie di attività che vanno dalla redazione del piano generale di bonifica, di irrigazione e di tutela del territorio rurale sulla base dei singoli piani comprensoriali redatti da ciascun Consorzio, alla redazione del bilancio ambientale annuale. Quest’ultimo è concepito dalla riforma come lo strumento che affianca i documenti economico-finanziari consortili e ha scopo informativo e di supporto per le decisioni sui costi e sui benefici ambientali di tutte le attività dei Consorzi. L’ufficio dovrà, inoltre, predisporre e aggiornare il piano regionale di classifica unico sulla base dei piani di classifica dei singoli Consorzi.

Le funzioni di vigilanza e controllo sui Consorzi sono esercitate dall’assessorato regionale all’Agricoltura. Sono sottoposte al parere vincolante della giunta regionale le deliberazioni del Consorzio che riguardano l’indirizzo generale dell’ente che comprende l’assunzione e l’inquadramento del personale, i piani di organizzazione variabile (Pov). In più il Dipartimento regionale dell’Agricoltura esercita un controllo preventivo di legittimità sulle deliberazioni del Consorzio relative a: regolamenti di amministrazione e di contabilità; bilanci preventivi e consuntivi, variazioni di bilancio, rendiconti; assunzione di mutui.

Appare a questo punto più che probabile, che al termine del suo percorso in commissione Bilancio, la norma torni nella sua commissione di merito; una volta infatti risolti i problemi di copertura economica sarà la volta della definizione dei dettagli organizzativi sostanziali non di minore importanza.

 

 

 

 

 

 

 

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