Le incidenze sulle mortalità sul posto di lavoro sono ancora drammatici, infortuni compresi sono uno dei rischi di cui ancora oggi ci si trova a discutere. Il 2023 si sta per chiudere con oltre mille infortuni sul lavoro. Nonostante siano così alti i numeri delle vittime e la Sicilia si trovi all’ottavo posto, i dati rilevati registrano un calo del fenomeno, una riduzione maggiore rispetto a quella nazionale.
Come si evince dai dati comunicati dall’ Inail, nel periodo compreso tra gennaio e settembre 2023 si sono rilevate complessivamente 430.829 denunce di infortunio, il 19,62% in meno rispetto allo stesso periodo dell’anno 2022. Con riferimento al genere, la diminuzione riguarda sia la componente femminile, le cui denunce sono passate da 222.638 a 150.363 (-32,46%), sia la componente maschile, con 280.466 denunce, 32.898 in meno rispetto al 2022 (-10,50%). Le denunce di infortunio con esito mortale sono state 761, a fronte delle 790 rilevate nell’analogo periodo del 2022 (-3,67%), 54 denunce per le donne a fronte delle 81 rilevate nell’analogo periodo dell’anno precedente (-33,33%). Due le denunce in meno rilevate per la componente maschile, con 707 casi a fronte dei 709 del 2022 (-0,28%).
Ma serve un approccio diverso al tema della salute e della sicurezza. Se da una parte abbiamo un numero di “vittime” che pare diminuire, dall’altro mancano anche gli ispettori del lavoro. Serve semplificare la burocrazia. Nella provincia di Palermo lavorano solo quattro ispettori del lavoro, a Ragusa addirittura uno solo. In Sicilia nonostante il lavoro realizzato quest’anno, la sproporzione tra il numero di ispettori e quello delle aziende è comunque notevole: sono 63 in tutta la regione mentre le aziende sono circa 400 mila.
Il recente Decreto Lavoro del governo nazionale (legge 85/2023) ha permesso di inviare in Sicilia, a tempo determinato, tra i due e i sei mesi, altri 29 ispettori del lavoro. Per il segretario regionale di Cgil Sicilia Francesco Lucchesi “si tratta di un lavoro eccezionale che è iniziato il primo luglio e terminerà il 31 dicembre. Ma se non si rinnova il protocollo, dal primo gennaio gli ispettori se ne torneranno a casa. Sono state fatte una serie di ispezioni nell’Isola. Dalle notizie che abbiamo appreso, in tutte le aziende sono state riscontrate delle irregolarità. Dal lavoratore in nero alla violazione delle norme sull’uso del caschetto di protezione, nessuna azienda è stata trovata in regola al cento per cento. Tutte erano in difetto, più o meno grave”. Non c’è da meravigliarsi. Con poco più di 60 ispettori per circa 400 mila aziende esistenti in Sicilia, la probabilità di incorrere in un controllo è molto bassa. La Cgil Sicilia lo ha stimato. “In base alla proporzione tra le aziende e gli ispettori, un’azienda può subire un’ispezione mediamente una volta ogni vent’anni“, continua Lucchesi. “Se passa questo messaggio – aggiunge – è naturale che l’azienda tenda a risparmiare sulla sicurezza. Spesso è uno dei principali costi che viene eluso“.
Lo scorso 3 luglio con l’attuazione della legge 85 il presidente della Regione Renato Schifani si era espresso in merito.
“L’arrivo di ventinove nuovi ispettori del lavoro in Sicilia conferma che il mio governo lavora intensamente con i fatti, e non con i proclami, per risolvere la piaga degli incidenti del lavoro a causa della mancanza di misure di sicurezza. La tutela delle vite umane dei lavoratori è un tema serio che va affrontato con attenzione, senza però cadere nel facile populismo. Ed è quello che abbiamo fatto avviando da tempo un’interlocuzione con il governo nazionale, che adesso ha dato i primi risultati. Sulla tutela dell’incolumità di chi ogni giorno lavora per vivere e non per morire c’è e ci sarà sempre il mio personale impegno”. Una norma che dà la possibilità all’Ispettorato nazionale del lavoro di operare direttamente anche sul territorio siciliano, con l’obiettivo di potenziare le attività di polizia giudiziaria in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro.
Ma cosa accadrà nel 2024?
“Un nuovo contingente di ispettori del lavoro dal prossimo gennaio arriverà in Sicilia“. Fp Cgil Sicilia, assieme alla Funzione Pubblica Nazionale, valuta positivamente questa novità. (clicca qui)
L’INL, Ispettorato Nazionale del Lavoro, è pronto a bandire tanti concorsi in vista del biennio 2024/2025. Di queste assunzioni ben 350 sono state messe a bando già nel 2023 a cui si sommeranno le 58 previste per l’anno prossimo.
Un sistema di controlli che va sempre di più potenziato se si vuole far fronte alle problematiche esistenti. Il governo siciliano è ora che faccia la sua parte, “non bisogna perdere ulteriore tempo, si muova di conseguenza per la piena attuazione del protocollo e per il rientro in pinta stabile degli ispettori siciliani attualmente in forza nelle altre regioni italiane”, dichiara Monica Genovese della segreteria Regionale Fp.
“L’invio di contingenti rappresenta un’operazione apripista ma il tema della salute e della sicurezza e, di conseguenza, del rafforzamento degli organici deve essere trattato in maniera strutturale”, conclude Monica Genovese.