Con 45 nuovi morti il bilancio provvisorio dell’epidemia di nuovo coronavirus è salito a 258 vittime. Lo fa sapere il governo cinese. Il precedente bilancio era di 213 morti.
Da 39.000 a 190.000 casi nella zona di Wuhan, la grande città della Cina orientale dalla quale in dicembre è partita l’epidemia da coronavirus 2019-nCoV: sono questi i due principali scenari sull’evoluzione dell’epidemia, fra i primi finora elaborati e per questo relativi esclusivamente a Wuhan, resi noti dalla rivista Nature sul suo sito. La forbice che li separata è notevole e si deve alla differenza nei dati relativi al comportamento del virus, come quelli sui tempi di incubazione e soprattutto sul tasso di diffusione.
Lo scenario più ottimista è quello pubblicato dal MobsLab e coordinato dall’italiano Alessandro Vespignani, della Fondazione Isi di Torino e della Northeastern University di Boston. Si basa sulla considerazione di tre aree: la città di Wuhan con 10 milioni di abitanti, dove i casi potrebbero essere più di 13.200 (fra 9.800 e 17.600); nell’area metropolitana con 20 milioni di abitanti i casi potrebbero essere 26.200 (fra 19.200 e 34.800) e la provincia con 30 milioni di abitanti, dove i casi potrebbero essere in media 39.200 (da 28.600 a 52.000).
I ricercatori rilevano comunque che “c’è probabilmente un grande numero di casi non diagnosticati“.
Lo scenario più pessimista si deve al gruppo di ricerca coordinato da Jonathan M. Read, dell’Università britannica di Lancaster ed è pubblicato sul sito MedRxiv, che raccoglie articoli che non hanno ancora superato l’esame della comunità scientifica. I ricercatori partono dalla considerazione che il numero delle infezioni sia decisamente maggiore a quello finora osservato e che il tasso di diffusione del nuovo coronavirus, stimato attualmente fra 1,5 e 3,5, sia più alto, compreso fra 3,6 3 4,0: di conseguenza i casi potrebbero aumentare a 190.00 solo nell’area di Wuhan.