“Invero, se pur apprezzabile, la possibilità di svolgere i processi in sede penale a porte chiuse, stante la notoria inadeguatezza, quanto a capienza, delle aule del c.d. Palazzo Nuovo, non risolve il problema per gli utenti e gli avvocati, che sono costretti a stazionare, in condizioni di evidente violazione delle prospettate esigenze igienico – sanitarie, nello stretto corridoio che costeggia le aule del primo e del secondo piano del Palazzo di via Pagano“.
Così esordisce una nota della Camera penale di Palermo, che osserva come la direttiva firmata da tutti i titolari degli Uffici giudiziari di Palermo e dal Consiglio dell’Ordine degli avvocati di Palermo non trovi adeguata ed efficace attuazione, soprattutto nella parte in cui prevede e/o suggerisce una distanza di sicurezza tra gli utenti che affollano il Tribunale.
“In altri termini – si legge nella nota – lo svuotamento delle aule, ha comportato il sovraffollamento dei corridoi, con la conseguenza della esposizione a potenziali agenti virali, per gli avvocati e il pubblico, sottratti, in concreto, alle norme di tutela, che, invece, vengono applicate, di fatto, soltanto al personale di cancelleria e ai magistrati. Problemi ancora maggiori, in tal senso, sono stati rappresentati, e sono riscontrabili per le aule e le zone attigue del Tribunale per i Minorenni, del Giudice di Pace Penale, nonché per lo spazio comune del Tribunale di Sorveglianza, da sempre insufficiente a contenere avvocati e utenti. In altri termini, le doverose precauzioni adottate per le cancellerie e le aule di giustizia non hanno trovato la medesima attuazione per gli spazi comuni del Tribunale, con conseguente mancanza di adeguata tutela per la salute di coloro che frequentano il Palazzo di Giustizia”.
“Ciò premesso, – conclude la nota – invita il signor Presidente della Corte di appello di Palermo a prendere ogni necessaria iniziativa affinché venga garantito il diritto alla salute di tutti coloro che si recano presso gli Uffici Giudiziari, siano essi avvocati, testimoni o persone comunque interessate ad accedervi, atteso che le misure precauzionali oggi adottate si evidenziano insufficienti o, di fatto, oggettivamente discriminatorie nei confronti dei soggetti da ultimo indicati. Qualora si dovesse prendere atto dell’impossibilità di poter garantire misure adeguate per tutti, si vorrà prendere in considerazione la possibilità di celebrare soltanto i processi con detenuti e consentire l’adempimento dei soli atti indifferibili. Il Consiglio Direttivo”.