“L’Abi ha inviato un’ulteriore circolare alle banche sui finanziamenti fino a 25.000 euro garantiti al 100 percento (decreto legge n.23 del’8 aprile 2020), autorizzato dalla Commissione europea il 14 aprile e le cui domande sono presentate dal 17 aprile. L’Abi indica che il finanziamento fino a 25.000 euro prevede espressamente che l’inizio del rimborso non avvenga prima di 24 mesi dall’erogazione e che non può essere utilizzato per compensare alcun prestito preesistente, anche nella forma dello scoperto di conto corrente: la compensazione determinerebbe un avvio del rimborso prima dei 24 mesi, facendo decadere la garanzia. Tale divieto di compensazione si applica anche per chi utilizza la sospensione prevista dall’art. 56 del decreto legge n.18 del 17 marzo 2020: anche in questo caso, è vietato l’utilizzo del nuovo finanziamento per ridurre un’esposizione preesistente sul conto corrente perché determinerebbe un avvio del rimborso prima del termine dei 24 mesi” spiega una nota della Cgil Caltanissetta.
La nota evidenzia:
Decreto liquidtà 8 aprile 2020, articolo 13 lettera M
Per intenderci quello destinato alle PMI x un max di 25.000€, pari al 25% del fatturato, come risultante dall’ultimo bilancio depositato o dall’ultima dichiarazione fiscale presentata alla data della domanda di garanzia, ovvero per le aziende costituitesi dopo il 1gennaio 2019, da latra idonea documentazione, anche mediante autocertificazione.
Garanzia al 100%
Il Fondo centrale di garanzia garantisce al 100% le Banche che potranno erogare subordinatamente alla verifica formale del possesso dei requisiti.
Nel dettaglio:
1)Accertamento poteri di firma del richiedente.
2)Verifica, tramite accesso alla centrale rischi, Crif, etc che non ci siano stati d’insolvenza o di crisi ante emergenza coronavirus.
3)Il modello 4bis da compilare da parte del richiedente prevede:
a)l’indicazione dei ricavi come da ultima dichiarazione fiscale;
b)finalità del finanziamento che non può che essere per le aziende: Sostegno circolante a seguito emergenza Covid 19 e per i professionisti: Sostegno attività professionale a seguito emergenza Covid 19;
c)una serie di autocertificazioni relative ad altri contributi ed ai singoli requisiti soggettivi.
3)Verifica che l’importo richiesto sia pari o inferiore al 25% dei ricavi come da ultima dichiarazione fiscale……ricordando che l’ultima dichiarazione fiscale presentata è quella relativa all’anno solare 2018, anche la dichiarazione Iva anno 2019…originariamente prevista entro il 30/4/2020 è stata prorogata al 30/6/2020.
“Abbiamo deciso di diffondere questa breve cronologia normativa perchè non si riesce a capire come diverse Banche chiedano, oggi, dati di bilancio relativi al 2019 – spiega la nota -. Ricordando che lo spirito del decreto, soprattutto per le piccole e medie imprese per le quali si prevede la garanzia al 100%, è quello di DARE liquidità a tali deboli soggetti economici, rimandando a tempi migliori (nei 24 mesi si dovranno pagare soltanto gli interessi, peraltro molto bassi, inferiori all’1,5%), si vuole credere che le richieste di diversa documentazione ed i ritardi sia dovuta ad una cattiva ed incompleta informazione da parte degli operatori bancari che si può giustificare soltanto per i primi giorni, poi è insostenibile!”.
La Cgil “chiede chiarezza e uniformità di metodi e tempistica, diversamente saremo costretti a denunciare pubblicamente qualsiasi comportamento che distorce lo spirito del decreto. La CGIL insiste nel rappresentare il dramma economico in corso nella consapevolezza che le banche non regalano soldi, non è questa la funzione e nessuna la pretende ma è del tutto evidente che la responsabilità dei tempi della procedura è del relativo diniego diventa un atto di grande responsabilità. La CGIL intende essere chiara e lo fa attraverso alcuni numeri che è giusto conoscere: più di 500 verbali congiunti siglati con aziende piccole e medie presenti nei 22 Comuni della provincia di Caltanissetta, le predette realtà imprenditoriali rappresentano 3000 lavoratori, la maggioranza e monoreddito, ha una età media di 51 anni e quindi rappresenta 10000 persone che devono vivere, alimentarsi, garantire il diritto allo studio e un presente dignitoso, tra l’altro il rischio usura viene denunciato da più parti!”.
“Questo è il quadro sociale in una provincia deindustrializzata, 104esima per qualità della vita, un costante processo migratorio e un impoverimento del tessuto produttivo, con il 42% disoccupazione – conclude la nota -. La vigilanza deve essere massima nel concedere il prestito ma di certo non ci si può scontrare con muri che potrebbero per norma bancaria non esistere. Molto dipende dalla volontà dell’uomo, ciò non significa far diventare una società in sofferenza una società florida, significa dare una lettura delle carte in linea con il decreto, il resto è pericoloso sul piano della responsabilità sociale! “.