Oggi la mia rubrica ospita una riflessione molto interessante sulla vera resistenza, quella dei bambini e delle bambine, ai tempi del covid-19. A scriverla un padre palermitano che commuove per la sua sensibilità. I più piccoli stanno insegnando, a noi adulti, la vera resilienza. Non chiedono nulla e si sono abituati, loro malgrado, alle mura domestiche e all’assenza dei rapporti coi loro pari e della scuola. Anche loro sono i piccoli eroi di questa pandemia. Eroi silenziosi che aspettano soltanto di poter uscire di nuovo e di giocare all’aria aperta.
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Di Pippo Albanese
La vera resistenza, in questa guerra assurda, la combattono soprattutto gli ultimi, idimenticati, gli indifesi, i più deboli, i più bisognosi… in una sola parola “gli 0-6”.
In silenzio, con il sorriso e con i loro pianti soffocati dentro le mura di casa o alla finestra per chi ha una finestra. La combattono con i loro abbracci e i loro sguardi, loro ci danno la forza per continuare ad andareavanti nonostante tutto.
Questa pandemia ci ha permesso di collezionare un’infinita raccolta di sorrisi e di piccoli gesti spontanei e pieni di amore. I bambini non hanno chiesto mai nulla, si sono adattati in silenzio e in punta di piedi alla “nuova vita”, forti e granitici come solo loro sanno fare.
La grande e unica lezione ci è stata data da loro. Hanno salvaguardato tutti noi, combattendo questa guerra in silenzio e aiutandoci a vincere, hanno lottato e lottano con e “per noi” per tutelare “la memoria storica” di questa Povera Patria. Gli 0-6 la loro battaglia la stanno vincendo?
Ogni categoria ha chiesto e continua a chiedere qualcosa, noi adulti siamo bravi in questo, quasi tutti hanno ottenuto o otterranno un supporto, loro invece non hanno chiesto nulla, ma nonostante tutto continuano ad andare avanti e a crescere. Gli abbiamo negato l’aria, le passeggiate al sole, in riva al mare o in montagna.Il loro diritto al gioco e alla scuola.
Gli abbiamo negato la cosa più importante: ovvero il confronto con i loro pari, ma loro che sono davvero degli esserini superiori,non si sono persi d’animo e si sono reinventati le giornate crescendo in un attimo.
Hanno compreso che il nemico sta fuori e che l’unica via d’uscita, era ed è, stare tra le pareti di casa, piccola o grande che sia. Non si sono mai lamentati,anzi hanno trasformato tutto in una nuova opportunità e ci hanno dato una grande lezione, unalezione di resilienza e resistenza…chi? I bambini, i nostri piccoli.
Nessuno di noi è capace di piegarsi sulle gambe per cercare di guardare il mondo dal loro punto di vista, noi siamo e rimarremo, piccoli uomini e piccole donne nel senso più infimo del termine. Anche se la dimensione genitoriale ti impone ogni giorno di curvare la schiena per raggiungerli, di mutare il tono della voce, di renderlo il più fiabesco possibile, per alleggerire le giornate, per provare ad inventarsi, dalla mattina alla sera, sempre nuove opportunità di crescita. Dai biscotti da modellare, alle piantine da far nascere, ai bagni in piscina di bambole, paperette e mille altre diavolerie.
“Non si può uscire papà perché fuori c’è il coronavirus. Chiudi la porta perché può entrare”.
“Nonni non potete venire a trovarvi, fuori gira la febbre ed è pericoloso”.
Buon 25 aprile a tutti, anzi buon 26, che un nuovo giorno è arrivato a raccontarci che ancora non è finita e che dovremmo provare a ritornare bambini accanto ai nostri figli. Questi esserini invisibili ai tempi del covid19 che hanno tenuto dritta la barra come se fossero adulti, anzi hanno saputo fare meglio di noi.