“Ho letto attentamente il Decreto Liquidità pensato dal Governo Conte a sostegno delle imprese e la sensazione è di sentirmi preso per i fondelli”. E’ quanto scrive in un post su Facebook il presidente dell’Assemblea regionale siciliana, Gianfranco Miccichè.
“In base alle intenzioni del Governo se oggi un’impresa è in difficoltà può andare in banca e chiedere due tipi di finanziamento, quelli superiori a 25 mila euro e garantiti dalla società controllata da Cassa depositi e prestiti, e quelli più piccoli fino a 25 mila euro garantiti al 100% dallo Stato – sottolinea -. Nel secondo caso significa che le banche, in teoria, non dovrebbero far storie ed emettere il finanziamento senza neanche pensarci su, tanto garantisce lo Stato. Purtroppo in realtà le cose non stanno affatto così. Perchè l’emissione del finanziamento è precluso a tutte quelle aziende che, prima del 30 gennaio 2020, versavano in una posizione di sofferenza, di partite incagliate, di esposizioni scadute o sconfinanti, e di inadempienze probabili”.
“Cosa significa? Quattro mesi fa non sei riuscito a pagare una rata di finanziamento? Niente prestito garantito dallo Stato. Sei sospettato di aver attraversato un difficile periodo economico? Niente prestito garantito dallo Stato. Hai subito un illecito da un istituto bancario e fatto causa? Niente prestito garantito dallo Stato – osserva Miccichè – . Sul Corriere della Sera di pochi giorni fa leggevo dell’odissea di un imprenditore che ha dovuto produrre 19 certificazioni, 12 adempimenti e 7 documentazioni aggiuntive, per ottenere un finanziamento di appena 15mila euro. Un vero e proprio labirinto di carte, burocrazia e leggi scritte male, nel quale rischia di naufragare ed annegare definitivamente l’economia italiana”.