Il prossimo 15 ottobre dovrebbe arrivare il DPCM relativo anche alla possibile riapertura parziale degli stadi.
Un tema molto caro ai tifosi ma anche alle società sportive, fiaccate da mesi senza incassi ai botteghini, senza abbonamenti e con poco appeal verso gli sponsor. Insomma, il piatto piange e bisogna immediatamente provvedere per non rischiare la catastrofe economica del mondo del calcio.
Al momento, ricordiamo che è stata autorizzata una capienza massima consentita di circa 1000 spettatori. Un’inezia per le società sportive siciliane considerata, a titolo di esempio, la capienza di impianti quali il Massimino, il Celeste o il Renzo Barbera.
Ma l’emergenza coronavirus costituisce un paletto di non poco conto sulle mosse del Governo nazionale. Un campo, quello degli eventi sportivi e non solo, in cui bisogna muoversi con i piedi di piombo.
L’ASSESSORE MESSINA: “COMPETENZA DELLO STATO”
A specifica domanda sull’argomento, l’assessore regionale allo Sport Manlio Messina ha così risposto sul tema.
“La questione relativa all’apertura al pubblico degli stadi non dipende dalla volontà della Regione Siciliana. Ma è competenza del governo nazionale che ha ristretto i margini di intervento. Ora attendiamo il DPCM del prossimo 15 ottobre per capire nei dettagli quali saranno i paletti“.
“In ogni caso, la Regione Siciliana, così come avvenuto in passato, sulla base del quadro epidemiologico e se le condizioni lo permetteranno, anche in sede di Conferenza Stato-Regioni farà valere le ragioni delle società calcistiche. Si potrebbe, eventualmente immaginare, un allentamento delle misure che al momento non è possibile per precise indicazioni del governo nazionale”.
Lo scorso 5 ottobre proprio Manlio Messina aveva incontrato il presidente del Palermo Dario Mirri e l’amministratore unico del Catania Nico Le Mura. I club hanno chiesto un’apertura degli impianti consona al rispetto dei DPCM e alla capienza degli stadi siciliani.
ATTIVA SICILIA: “BASTA NASCONDERSI DIETRO AI DPCM”
Nella giornata di oggi, era intervenuto congiuntamente il gruppo all’Ars di Attiva Sicilia, composto da Angela Foti, Matteo Mangiacavallo, Elena Pagana, Valentina Palmeri e Sergio Tancredi.
“Basta nascondersi dietro ad un dito o ai DPCM nazionali. La capienza di molti stadi siciliani consente la presenza di pubblico nel rispetto delle misure COVID e del distanziamento sociale. La Regione Siciliana si faccia sentire e faccia ogni sforzo possibile come, coraggiosamente, hanno fatto, nel recente passato, altre Regioni”.
“Comprendiamo che la questione relativa all’apertura al pubblico degli stadi non dipende dalla volontà della Regione Siciliana. Ma è competenza del governo nazionale, che ha ristretto, qualche giorno fa, i margini di intervento per le singole Regioni. Chiediamo però che il governo Musumeci faccia comunque sentire, in sede di conferenza Stato-Regioni e in vista del DPCM previsto il 15 ottobre, le ragioni del comparto sportivo siciliano, tra i più in sofferenza per l’assenza di pubblico pagante“.
“Grazie alla vendita degli abbonamenti e dei biglietti per assistere alle partite allo stadio diverse società sportive siciliane, professionistiche e non, sono finora sopravvissute. Non si può contare all’infinito sull’amore di tutti quei tifosi che ad oggi, non hanno ancora richiesto il rimborso degli abbonamenti. Occorre immaginare, nel rispetto assoluto della tutela della salute, una riapertura parziale degli stadi al pubblico, con la prevendita di abbonamenti e biglietti. In alternativa, se questa situazione dovesse persistere vanno urgentemente messe in atto misure economiche compensative, anche per le società dilettantistiche, al fine di scongiurare il loro fallimento, non solo sportivo“.