L’ex amministratore giudiziario e avvocato, Walter Virga, è stato condannato per peculato a quattro anni e sei mesi dai giudici del Tribunale di Palermo.
Il collegio, presieduto da Fabrizio La Cascia, ha assolto gli altri imputati: l’ex deputato regionale Giuseppe Lupo, difeso dall’avvocato Giuseppe Gerbino, e il commercialista e collaboratore di Virga Giuseppe Rizzo perchè il fatto non sussiste e Alessandro Garipoli Kallinen per non aver commesso il fatto.
Giuseppe Lupo, intervenendo sulla vicenda che lo ha visto coinvolto ha commentato: “Ho sempre avuto massima fiducia nella magistratura e non ho mai dubitato che la verità sarebbe emersa. La sentenza di assoluzione perché il fatto non sussiste mi ripaga per le tante amarezze che ho dovuto affrontare in questi anni. Ringrazio gli avvocati Giuseppe Gerbino e Salvatore Battaglia, che mi hanno assistito con grande professionalità, e gli amici che mi sono stati vicini e hanno sempre creduto in me“.
Proprio per quella indagine, Lupo fu ritenuto “impresentabile” ed escluso dalla candidatura alle elezioni regionali dall’allora candidata a governatore del Pd Caterina Chinnici, ora in Forza Italia
L’avvocato Virga è stato anche dichiarato interdetto dai pubblici uffici e condannato a risarcire la parte civile, la società Nuova Sport Car difesa dall’avvocato Raffaele Bonsignore, con quindicimila euro.
La vicenda riguarda presunti illeciti commessi da Virga, nominato amministratore giudiziario dalla ex presidente della sezione misure di prevenzione Silvana Saguto, poi condannata per corruzione e radiata dalla magistratura, nella gestione di una serie di società sequestrate agli imprenditori Rappa tra le quali la concessionaria Nuova Sport Car. Secondo la Procura, ci sarebbero state irregolarità nel pagamento dei compensi ad alcuni collaboratori di Virga e nella vendita delle macchine della concessionaria acquistate a prezzi di favore da amici e conoscenti dell’imputato.
A Lupo si contestava, invece, il reato di corruzione: l’allora parlamentare, per i pm, avrebbe dato a Virga una consulenza di duemila euro in quattro mesi per redigere un disegno di legge sui beni confiscati in cambio di un contratto di collaborazione con Trm, l’emittente allora sequestrata ai Rappa e finita in amministrazione giudiziaria, alla futura moglie, la giornalista Nadia La Malfa.