Si è concluso con la condanna di 16 dei 22 imputati a pene comprese tra gli 8 mesi e i 10 anni e 10 mesi di carcere il processo ‘Agorà‘, nato da un’inchiesta del 2015 della Procura di Palermo che ipotizzò i reati di corruzione elettorale aggravata, malversazione, millantato credito e peculato.
L’indagine, coordinata dal pm Amelia Luise, coinvolse 28 persone tra cui gli ex deputati regionali Roberto Clemente, già condannato in abbreviato, Nino Dina, oggi condannato a 8 mesi, e l’ex parlamentare di Grande sud Franco Mineo, anche lui condannato a 8 mesi.
Imputato anche Giuseppe Bevilacqua, condannato a 10 anni e 10 mesi, personaggio centrale dell’indagine; fallì per una manciata di voti l’elezione al consiglio comunale di Palermo ma che, secondo l’accusa, avrebbe cercato di far fruttare il ‘tesoretto’nella successiva campagna elettorale per le regionali. Nelle intercettazioni si parlava di “150 euro per trenta voti“. Praticamente 5 euro a voto.
Per la Procura, Bevilacqua avrebbe utilizzato per la sua campagna elettorale per le comunali 2012 anche i generi alimentari del “Banco opere di carità” destinate alle famiglie povere di Palermo, all’insaputa dei volontari. Bevilacqua avrebbe regalato pacchi di pasta, oppure li avrebbe venduti a prezzi stracciati agli stessi poveri che ne avrebbero dovuto usufruire. Il parmigiano, invece, lo avrebbe tenuto per sé.
L’inchiesta “Agorà” svelò una compravendita di voti per le elezioni comunali a Palermo e per le Regionali siciliane del 2012. Coinvolti per l’appunto Nino Dina, eletto nell’Udc e componente della commissione Bilancio, Roberto Clemente del Pid-Cp, il partito di Saverio Romano, e l’ex parlamentare di Grande Sud Franco Mineo.
Queste le pene inflitte dal tribunale ai coimputati: a 4 anni e 6 mesi è stata condannata Teresa Bevilacqua, a 4 anni e 5 mesi Anna Brigida Ragusa, a 4 anni e un mese Pietra Romano, a 4 anni Giusto Chiaracarne, a 2 anni e 6 mesi Domenico Noto, Giuseppa Genna e Salvatore Ragusa, a un anno e 4 mesi Natale Gambino, a un anno Giuseppe Antonio Enea, a 8 mesi Carmelo Carramusa, Salvatore Cavallaro, Onofrio Donzelli e Vincenzo Di Trapani.
Assolti Pietro Cosenza, Enzo Fantauzzo, Salvatore Machì, Fernando Vitale, Salvatore Zagone e Agostino Melodia.
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