Fino a quattro ore di attesa per sottoporsi ad un tampone. E’ il tempo che tanti palermitani hanno atteso in coda a bordo delle proprie automobili per accedere all’hub della Fiera del Mediterraneo di Palermo, preso d’assalto da stamattina presto, dove si eseguono i tamponi gratuiti drive-in per coloro che hanno fatto le dosi di vaccino.
Code lungo via Imperatore Federico, via Martin Luther King, largo Antonio Sellerio e via Isaac Rabin nel perimetro della Fiera e traffico in tilt attorno all’hub, ma lunghe file di utenti e lunghe attese, da ieri, anche davanti alle farmacie in cui si eseguono i tamponi antigenici, soprattutto all’indomani di Natale e Santo Stefano, classiche festività in cui più nuclei familiari hanno trascorso assieme il pranzo e la cena.
Alle 14 i tamponi eseguiti alla Fiera di Palermo erano 1.400. “Di solito si è registrata una media di 800 al giorno – fanno sapere dall’ufficio del commissario – ma negli ultimi giorni ci sono state punte anche di 1.700 tamponi“.
Nel frattempo, a Palermo, come in altre città siciliane, le farmacie sono state prese d’assalto dagli utenti che dopo le feste hanno avuto necessità di fare il tampone. “Stiamo impazzendo“, dice una farmacista al telefono, che si scusa per la risposta breve e poco dettagliata al cronista che chiede quanti tamponi hanno eseguito da ieri, mentre al telefono un’altra farmacista sottolinea che “siamo in uno stato di emergenza“.
Per Roberto Tobia, segretario nazionale Federfarma e presidente Federfarma Palermo, “la situazione è a macchia di leopardo perché effettivamente in alcune città ci sono farmacie che hanno un carico di lavoro superiore al previsto, stiamo mettendo in campo tutte le nostre forze. C’è un aumento di richieste di tamponi – sottolinea Tobia – ma non si registrano carenze nell’approvvigionamento dei test antigenici“.
Le farmacie si sono attrezzate al meglio per affrontare la campagna vaccinale e l’esecuzione dei tamponi. “Abbiamo potenziato il personale, assunto infermieri e anche collaboratori amministrativi per espletare le pratiche burocratiche“, dice Tobia.