Per chi si è sottoposto alla vaccinazione contro Covid-19 con una singola dose di vaccino Johnson&Johnson, la dose booster alza sostanzialmente i livelli di protezione. Il richiamo è leggermente più efficace se viene effettuato con un vaccino a mRNA. È quanto emerge da uno studio coordinato dall’Erasmus Medical Center di Rotterdam pubblicato sul New England Journal of Medicine.
La ricerca ha coinvolto 461 operatori sanitari che avevano effettuato la vaccinazione a dose singola con il prodotto Johnson e che, dopo circa tre mesi, hanno fatto il richiamo con lo stesso vaccino, con il prodotto Moderna o con quello Pfizer-BioNTech. I volontari sono stati sottoposti a esami del sangue 28 giorni dopo il richiamo per misurare la risposta alla vaccinazione in termini di anticorpi e linfociti T. Il primo dato emerso è la sicurezza della vaccinazione eterologa: chi aveva effettuato il richiamo con i vaccini a mRNA (specie Moderna) soffriva di effetti collaterali leggermente più severi, ma non gravi e che in in genere si sono risolti nell’arco di 48 ore. Quanto all’efficacia, la dose booster ha mostrato di aumentare in maniera importante la risposta immunitaria. I valori sono risultati più alti se il richiamo veniva effettuato con i vaccini a mRNA (in particolare Moderna).
Sullo stesso numero della rivista americana, un secondo studio delle autorità sanitarie del Qatar, ha condotto un confronto testa a testa sull’efficacia di due dosi dei vaccini a mRNA (Pfizer-BioNTech e Moderna) nel prevenire l’infezione da SARS-CoV-2. Entrambi hanno mostrato un’alta capacità delle due dosi di prevenire sia le infezioni, sia i casi severi di malattia e la morte, con una probabilità di infettarsi per chi aveva ricevuto il ciclo completo di vaccinazione di circa lo 0,1% dopo un mese dalla vaccinazione (con un calo fino a poco sotto all’1% dopo sei mesi). La capacità protettiva dei due vaccini è risultata sostanzialmente sovrapponibile, con un leggero vantaggio per il prodotto Moderna. Lo studio si riferisce, tuttavia, al periodo compreso tra dicembre 2020 e ottobre 2021, quindi prima dell’avvento della variante Omicron.